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Letta e Meloni, Conte e Berlusconi. A Salvini resta Renzi

L'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:10-12-2021 16:54
Ultimo aggiornamento:10-12-2021 16:54

berlusconi mattarella
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ROMA – “Per noi il gioco ormai si va componendo secondo il vecchio schema: fermare Berlusconi ad ogni costo“, spiega una fonte qualificata di Fratelli d’Italia interpellata sulla singolare vicinanza politica tra il segretario del Pd, Enrico Letta, e Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. “Letta è un pochino inguaiato – continua il ‘fratello’ – con Berlusconi dietro l’angolo che tenta il colpaccio del Quirinale“. Davvero può farcela? “Con il Cavaliere in campo, convinto com’è, non si scherza. Ed è proprio questa sua determinazione che alla fine può favorire gli avversari”.

Anche Giuseppe Conte, presidente dei ‘grillini’, ha parlato bene di Berlusconi, mentre Matteo Renzi si intrattiene con Salvini cercando di piazzare Ferdinando Casini o Giuliano Amato. “Noi alle prime votazioni con tutto il centrodestra votiamo compatti Berlusconi, quando si capirà che magari si avvicina davvero ecco che dall’altra parte in ginocchio saliranno da Mattarella per supplicarlo a proseguire. D’altra parte noi non scordiamo il passato. A suo tempo Mattarella fu l’unico ministro che si dimise quando passò la legge favorevole alle tv di Berlusconi“. Quindi? “Alla fine, secondo noi, Mattarella accetterà“.


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Per quanto riguarda il rapporto con Meloni, “chiaro che Letta ha bisogno di appoggio per mantenere il maggioritario, per poter tenere fuori Renzi e gli altri piccoli partiti, ma a conti fatti anche Fratelli d’Italia alla fine arriverà sul proporzionale. Rispetto alla Lega di Salvini, infatti, noi cresciamo in modo omogeneo da Nord, anzi molto al Nord, fino al Sud”, spiega la fonte di FdI. Perché Salvini non parla più di elezioni anticipate? “Visti tutti i sondaggi che danno Meloni e FdI in testa non gli conviene, prende tempo e spera nei risultati del Governo da poter usare i campagna elettorale. Così alle prossime elezioni, se per la Lega dovesse andar male, Salvini potrebbe di nuovo chiedere di formare un ‘governo arcobaleno’ per tenerci sempre all’opposizione”.

Ma questa simpatia tra Letta e Meloni, eppure il segretario dem ha gridato al pericolo fascista… “Letta e Meloni, rispetto a Salvini, alle spalle hanno una storia politica. Si sa che in campagna elettorale si urla e si attacca a testa bassa l’avversario, ma poi si arriva alla politica“.


E Salvini? Interpellato sulla questione ha risposto così: “Sintonie sull’asse Letta-Meloni? Ora mi sto occupando di Manovra. Leggo molti emendamenti”, ha detto il leader del Carroccio, che ha pure attaccato la Cgil di Landini colpevole di scendere in piazza contro il suo premier: “Uno sciopero folle e assurdo quello indetto dalla Cgil contro una Manovra che aiuta soprattutto chi guadagna di meno, compresi i pensionati”. Confermando, di fatto, il suo nuovo corso politico: quello di mettere da parte, formichina formichina, tutti quei provvedimenti che alla fine potranno portare all’incasso elettorale.


Anche sul versante del centrosinistra il leader di Azione, Carlo Calenda, non lascia respirare il segretario dem: “È inutile che si continui a parlare di campo largo, la verità è che oggi Letta parla più con Giorgia Meloni che con noi, mi fa piacere per lui e lo trovo anche positivo, non ho preclusioni, però se vuole fare un campo largo deve parlare. Perché il campo largo attraverso il pensiero telepatico non si riesce a fare: necessita dell’utilizzo della parola”. Anche sul Quirinale, Calenda incalza: “Se i partiti continuano a fare melina, il rischio è che la situazione sfugga di mano e sfuggendo di mano potremmo far finire il Governo e non avere Mario Draghi neanche al Quirinale“. Per Calenda, Draghi dovrebbe restare premier mentre per il Quirinale “c’è un profilo come quello della ministra Marta Cartabia che è di assoluto rilievo e con una grandissima esperienza nelle materie costituzionali”.

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