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Estorsioni a imprenditori e cittadini, 10 misure cautelari nel Catanese

Il denaro finiva ai sodali detenuti oppure veniva reinvestito in altre attività criminali, tra le quali l'acquisto di marijuana e cocaina

Pubblicato:10-03-2022 11:31
Ultimo aggiornamento:10-03-2022 11:31
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blitz misterbianco-min
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PALERMO – Operazione antimafia dei carabinieri del Comando provinciale di Catania. Dieci le misure cautelari eseguite dai militari che hanno disarticolato un gruppo criminale dedito alle estorsioni contro imprenditori e semplici cittadini. Le misure sono state disposte dal gip del tribunale etneo per i reati di estorsione aggravata dal metodo mafioso, acquisto e detenzione di droga, furto aggravato.

L’indagine, denominata ‘The Gift’, è coordinata dalla Dda di Catania e condotta dai carabinieri della Tenenza di Misterbianco. Vittime della banda i titolari di una autocarrozzeria e di una nota concessionaria di auto, ma anche diversi privati cittadini. Secondo i carabinieri è emerso “un clima di pesante assoggettamento ed omertà, in cui le vittime erano costrette a versare mensilmente somme di denaro per tutelarsi da eventuali danneggiamenti alle proprie attività commerciali o per ottenere, con il metodo del cosiddetto ‘cavallo di ritorno’, la restituzione delle auto che erano state loro rubate”. Il denaro finiva poi ai sodali detenuti o reinvestito in altre attività criminali, tra le quali l’acquisto di marijuana e cocaina.

Sei indagati sono finiti in carcere, mentre per altri quattro è stato disposto l’obbligo di dimora. Questi i sei in cella: Emanuele Bonaccorso, di 35 anni, già detenuto; Roberto Boncaldo, di 57 anni, già detenuto; Giovanni Edoardo Caruana, di 30 anni, già detenuto; Gaetano Agatino Murabito, di 49 anni; Giuseppe Strano, di 55 anni, Daniele Francesco Ventimiglia, di 25 anni. Nell’occasione è scattato anche un fermo per un presunto complice. Le estorsioni alle imprese hanno portato nelle casse della banda 5.200 euro complessivamente, mentre nel corso dell’indagine è stato arrestato in flagranza uno dei responsabili delle estorsioni.


Le estorsioni ai privati avvenivano invece attraverso alcuni intermediari “ben inseriti nei circuiti criminali del territorio”. Questi si attivavano tempestivamente riuscendo a garantire la restituzione del veicolo al legittimo proprietario dietro pagamento di un determinato corrispettivo in denaro, variabile in relazione alla tipologia di vettura ed ai rapporti di amicizia con la vittima.

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