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“Il tornio non si accende con le buone intenzioni..”, a Fidenza nel dramma del caro energia

La disperazione di artigiani e piccoli imprenditori nelle lettere inviate al sindaco di Fidenza. Che chiama il governo: "Serve intervento vero"

Pubblicato:10-02-2022 13:13
Ultimo aggiornamento:10-02-2022 13:19

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PARMA – “Ciao Sindaco, siamo una famiglia di quattro persone, a dicembre e gennaio abbiamo tenuto il riscaldamento a 16-17 gradi tutto l’inverno usando le valvole termostatiche, abbiamo consumato 280 metri cubi di gas in meno rispetto allo stesso bimestre dello scorso anno e paghiamo il doppio della bolletta. Io e mio marito siamo due precari, questo mese per non farci staccare le utenze e mangiare faremo dei debiti”. È uno dei messaggi di denuncia del caro energia ricevuti dal sindaco di Fidenza (Parma) Andrea Massari, il cui Comune aderirà domani alla protesta simbolica dell’Anci nazionale per chiedere aiuto al Governo.

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“Andrea il mio bar è passato da 1.200 euro a 2.350 euro di bolletta. Così non si regge”, scrive un barista al primo cittadino, mentre un imprenditore segnala: “Abbiamo spento il riscaldamento. Teniamo duro, i miei dipendenti sono stati straordinari e cerchiamo tutti di non sprecare energia. Ma una pressa o il tornio non si accendono con le buone intenzioni“. Massari fa sapere quindi che domani alle 20.00 si spegnerà per 30 minuti l’illuminazione di piazza Garibaldi. “Abbiamo scelto la piazza perché è la casa di tutti ed è qui che simbolicamente vogliamo portare il problema dell’energia alle stelle”.


A nome della comunità di Fidenza, continua il sindaco, “chiedo che il Governo intervenga in modo pesante, con una visione chiara e senza ipocrisie. Ho visto in questi giorni troppi politici di prima fascia lamentarsi delle bollette e dei maxiprofitti delle grandi compagnie energetiche, senza muovere un dito per portare al tavolo quei colossi“.
Il sindaco però avvisa: “Se a Roma si pensa a qualche bonus come leggo in queste ore, verrà steso solo un pannicello caldo per abbassare la febbre e dal prossimo autunno ritorneremo a ballare, se i russi decideranno così”.
Se, invece “si pensa ad un piano per portare le rinnovabili nelle case delle famiglie, vorrei che si spiegasse come. Non penso che siano tante le famiglie capaci di spendere 12-17.000 euro per un impianto fotovoltaico. E chi non se lo può permettere cosa fa?”. Conclude Massari: “Il problema energia è italiano ma soprattutto europeo. O lo gestiamo così, o nemmeno spegnendo i monumenti e i luoghi d’arte per un anno ne verremo a capo”.

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