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ROMA – Continua la protesta degli studenti e delle studentesse del Collettivo di scienze Politiche della Sapienza che ieri, con il supporto dell’associazione ‘Cambiare Rotta’, hanno occupato simbolicamente la facoltà, in solidarietà con il popolo palestinese. Oggi, mentre all’interno dell’ateneo continua l’attività didattica, sta proseguendo il dibattito aperto ieri dall’assemblea. In programma, dopo una conferenza stampa, un pranzo sociale con cucina palestinese, poi alle 14 la contestazione al Senato accademico e, alle 17, la proiezione di cortometraggi palestinesi.
“La rettrice di Sapienza Polimeni e l’amministrazione tutta continuano a schierarsi a nome di tutto l’Ateneo dalla parte di Israele, e a tenere in vigore numerosi accordi con l’industria degli armamenti e tutto il comparto militare, mentre si nascondono dietro un’ipocrita bandiera della Pace- scrivono in una nota gli studenti di Cambiare Rotta- Dalle partnership con la Leonardo s.p.a. ai master gestiti in collaborazione con la Nato, la Sapienza è ormai inserita come un ingranaggio nella macchina di morte che produce guerre in tutto il mondo“.
Il 10 novembre la mobilitazione continuerà con una manifestazione cittadina, poi il 15 novembre il corteo di studenti e studentesse attraverserà la città universitaria della Sapienza. La protesta culminerà il 17 novembre con una mobilitazione nazionale nelle scuole e nelle università, promossa da Cambiare Rotta e Osa.
“Dalla resistenza del popolo palestinese e dalle università palestinesi arriva una chiamata: alla solidarietà internazionalista, alla mobilitazione contro il genocidio in corso in Palestina, contro tutte le guerre, contro l’attuale classe politica che continua a privarci dei nostri diritti mentre si sporca le mani del sangue palestinese. La stessa chiamata è stata già raccolta dalle università di Padova, Venezia, della Calabria e dall’Orientale di Napoli. Oggi tocca a noi, dalla Sapienza, raccogliere la sfida e rilanciare la mobilitazione”, sottolineando i giovani.
La richiesta è che “la mozione votata all’unanimità dal Senato Accademico del 10 ottobre sia revocata. Vogliamo che la Sapienza smetta di sostenere il regime di Apartheid israeliano in Palestina, che tronchi immediatamente gli accordi con il criminale governo israeliano e con tutte le istituzioni che sorgono sui territori palestinesi occupati- dicono gli studenti di Osa- Vogliamo che la Rettrice chieda un immediato cessate il fuoco e che La Sapianza condanni l’Apartheid di Israele in Palestina”. Per il momento non è arrivata nessuna riposta dall’ateneo. I giovani sperano in un segnale da cui poter partire per avviare un dialogo. Intanto, questa mattina è stato occupato anche il liceo Pilo Albertelli di Roma, per motivazioni interne che si inseriscono però nel dibattito sul conflitto in Medio Oriente.
“Vogliamo lanciare un segnale- spiega alla Dire Leonardo, attivista di Cambiare Rotta- il nostro obiettivo è che l’università condanni apertamente le azioni di Israele, ma vogliamo anche che gli studenti portino avanti la voce dei palestinesi“. Questo pomeriggio, infatti sono previsti anche interventi di giovani e attivisti palestinesi.
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