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Il sindaco di Rimini contro i negazionisti del Covid: “Stop al corteo o controlli a tappeto”

Lo dice Andrea Gnassi in riferimento alla manifestazione autorizzata per il 24 ottobre in piazza Cavour a firma di sigle e associazioni di negazionisti, "no vax" e "no mask"

Pubblicato:09-10-2020 12:55
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 20:01

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RIMINI – “Come intende l’autorità competente agire e disporre servizi per evitare che un’assemblea, in cui già si esplicita la violazione delle prescrizioni in materia di contrasto al Covid 19, non si trasformi in un cluster di diffusione pubblica del virus?“, lo chiede il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, in riferimento alla manifestazione autorizzata per il 24 ottobre in piazza Cavour a firma del Comitato “Romagna per la Costituzione” che raccoglie sigle e associazioni di negazionisti, “no vax” e “no mask”

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In una nota, Gnassi esprime i timori sui rischi legati a un evento del genere e sollecita le autorità, e il ministro Luciana Lamorgese, a chiarire su come intendano garantire la sicurezza anti-contagi, a fronte dell’autorizzazione. Non solo, da parte sua, il sindaco assicura che non farà sconti per quello che gli compete, anticipando che chiederà controlli e sanzioni a tappeto


Dopo il presidente dell’Assemblea legislativa, Emma Petitti, e il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, anche Gnassi chiede quindi di fare un passo indietro e negare l’ok alla manifestazione dei negazionisti. In primis, Gnassi marca la distinzione tra “libertà piena perché rispetta la libertà altrui” e quella che non lo è, “quando la mia libertà mette a rischio la vita altrui”. Per il primo cittadino “qui sta il nodo del problema legato alle manifestazioni dei negazionisti in tutta Italia”. Il sindaco pone quindi degli interrogativi, anche pratici, alla ministra dell’Interno che sollecita a “riconsiderare la revoca dell’autorizzazione anche alla luce del nuovo Dpcm”. 

E ancora: “Bene farebbe la ministra- incalza Gnassi- a chiarire quantomeno le ‘regole d’ingaggio’, gli obbligatori servizi d’ordine pubblico annessi all’autorizzazione per far rispettare le leggi in materia, comuni a tutto il territorio nazionale verso iniziative che, nel malinteso nome della libertà, rischiano di trasformarsi in libertà di contagio”.

Si fa presente alla “cara ministra” che il problema dei contagi “non è solo la movida, i giovani che rientrano dalle vacanze, le feste nei centri sociali per anziani, situazioni sulle quali si producono circolari su circolari”. Al contrario, “qui siamo davanti a qualcosa di diverso dal rischio di un contagio casuale- puntualizza- siamo davanti alla dichiarata volontà di violare in una piazza, nel tal giorno e alla tal ora, precauzioni sanitarie in barba alla salute altrui. Deliberatamente senza mascherina, nello stesso momento in cui il governo obbliga tutt’Italia a mettersela”. E se si sceglie che “prima di tutto viene la libertà”, allora “nel caso del Comune di Rimini la nostra libertà è, se davvero prima del 24 ottobre non arriverà un auspicabile intervento chiarificatore del ministero o un motivato ripensamento dell’autorità locale, chiedere all’autorità competente severi servizi di controllo e verifica al millimetro per il rispetto di leggi e decreti in materia sanitaria, elevando in caso di violazione sanzioni puntuali e valutando eventuali altri provvedimenti se la situazione rischiasse di trasformarsi in un potenziale contagio diffuso“.

Anche perché “ai Comuni sono chiesti tutela della salute, azioni, interventi- spiega- abbiamo ancora sulla pelle i segni dei mesi passati, i nostri morti, la ricerca di apparecchiature per intubare pazienti, posti letto, piani di ospedale da reperire, l’aiuto alle persone che non potevano uscire di casa. Ai riminesi abbiamo chiesto e continuano a chiedere sacrifici enormi“. Di fronte tutto ciò “La richiesta è ufficiale e esplicita- conclude- in un Paese in cui troppo spesso ci si volta dall’altra parte, Rimini chiede formalmente di non farlo a chi ne ha competenza e responsabilità per legge”.

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