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Saman, spuntano le confidenze dello zio a due detenuti. Il padre nega l’omicidio e chiede giustizia

L'avvocato di Shabbar Abbas, Servillo: "Non minacciò i familiari del fidanzato"

Pubblicato:08-09-2023 11:55
Ultimo aggiornamento:09-09-2023 16:10

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REGGIO EMILIA –  Si era parlato di un pronunciamento della sentenza di primo grado ad ottobre. La recente estradizione dal Pakistan del padre, Shabbar Abbas, rimescola invece le carte del processo per la morte di Saman, uccisa nella notte del primo maggio 2021 a Novellara. Alla ripresa del processo dopo la pausa estiva, nell’aula di Corte d’assise del tribunale di Reggio Emilia, i difensori di Abbas hanno innanzitutto chiesto oggi che vengano riascoltati in aula 18 testimoni che il loro assistito, prima latitante e poi detenuto a Islamabad, non ha potuto sentire. Il procuratore capo di Reggio Calogero Paci ha messo poi nuova carne al fuoco, depositando un’integrazione agli atti istruttori finora acquisiti al fascicolo del dibattimento. In particolare si tratta di un verbale di “sit” (sommarie informazioni testimoniali) rese da due detenuti nel carcere di Reggio, che il 31 agosto scorso hanno chiesto di poter parlare delle confidenze ricevute da Danish Hasnain- zio di Saman che ne ha fatto ritrovare il corpo- sull’omicidio della ragazza. Paci stesso ha escusso i testimoni il 5 e il 6 settembre scorsi.

LO ZIO DI SAMAN: “L’HO UCCISA IO”

Lo zio di Saman, Danish Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto della ragazza strangolata a Novellara nel 2021, lo avrebbe confermato. “L’ho uccisa io”, avrebbe confidato ad un detenuto, recluso con lui nel carcere di Reggio Emilia, che nei giorni scorsi ha chiesto di parlare con il procuratore capo di Reggio Emilia Calogero Paci. La rivelazione, a conferma delle accuse sostenute contro Hasnain fin dall’inizio dal fratello di Saman, trapela dai verbali che lo stesso Paci ha depositato stamattina, ad integrazione degli atti istruttori del processo. 

Sempre oggi la Corte ha infine affidato l’incarico ad un perito di confrontare gli orari delle telecamere che hanno immortalato gli imputati la sera del delitto, con i tabulati dei loro telefoni, per verificare eventuali discrepanze segnalate dall’avvocato di Hasnain Liborio Cataliotti. Il perito inizierà il lavoro lunedì prossimo e dovrebbe consegnare il suo elaborato il prossimo 3 ottobre.


IL PADRE DI SAMAN NEGA L’OMICIDIO

Shabbar Abbas “non sa da chi è stata uccisa la figlia e vuole saperlo. Vuole giustizia anche più di voi”. A dirlo è l’avvocato Simone Servillo, difensore del padre di Saman. Nell’aula della Corte di assise del tribunale di Reggio Emilia il 47enne si è presentato dopo l’estradizione dal Pakistan avvenuta lo scorso 1 settembre. “Sebbene sia stato dipinto come il mandante di questo vergognoso omicidio, è un uomo al quale hanno ammazzato la figlia e vuole giustizia”, ha ribadito Servillo, smentendo poi le presunte minacce che il suo assistito avrebbe fatto nei confronti dei familiari di Saqib Ayub (il fidanzato della vittima, ndr) affinché interrompesse la relazione con la figlia.

Gli unici contatti avuti con questa famiglia– dice i legale- sono stati per chiedere se il ragazzo, considerate le foto che erano uscite con sua figlia, avesse intenzioni serie. La famiglia gli ha risposto che mai avrebbe sposato Saman perché promesso a un’altra donna”. Proprio stamattina il difensore di Saqib, l’avvocato Barbara Iannuccelli, ha depositato un’istanza per chiedere che il ragazzo non venga riascoltato in aula, “dopo essere stato ascoltato per tre ore il 23 luglio del 2021”. Quanto a Shabbar, ha concluso l’avvocato Servillo, “lui, detenuto per l’omicidio della figlia, è molto concentrato, emotivamente molto provato dalla carcerazione, ma soprattutto dal fatto che gli hanno ammazzato la figlia”.

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