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La Polizia Postale oscura un sito che induceva i giovani al suicidio

L'operazione ha preso avvio dal decesso di due ragazzi di 18 anni che hanno assunto un preparato a base di nitrito di sodio: non si conoscevano ma entrambi erano iscritti alla community

Pubblicato:08-06-2021 11:46
Ultimo aggiornamento:08-06-2021 15:58
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ROMA – “Il lavoro della Polizia Postale e della Procura del tribunale di Roma è incessante, cresce ogni giorno di più e noi oggi li ringraziamo per aver oscurato il sito di una community di oltre 17mila iscritti in tutto il mondo, tra cui anche ragazzi italiani, tutti legati dall’interesse ‘nel trovare supporto per portare a compimento l’intenzione di suicidarsi‘. Bisogna sempre monitorare la vita virtuale dei nostri ragazzi, dobbiamo proteggerli dalle insidie della rete, soprattutto i più piccoli, nonostante le prescrizioni in attuazione del Gdpr, cioè il regolamento dell’Ue che tutela la privacy dei dati dei cittadini europei, purtroppo molti genitori disattendendo le leggi e fanno accedere i bambini al di sotto dei 13 anni ai canali social”. Così l’avvocata Iside Castagnola, membro del Comitato media e minori del ministero dello Sviluppo economico, commentando le indagini avviate a seguito dei decessi di due ragazzi di 18 anni che si sono verificate a febbraio e dicembre dell’anno scorso proprio dopo aver ingerito un preparato a base di nitrito di sodio. Con l’aiuto della Polizia Postale che ha analizzato i cellulari delle vittime si è risaliti al sito web. I due non si conoscevano tra loro, ma erano entrambi iscritti alla community.

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“A SCUOLA SI INSEGNI EDUCAZIONE DIGITALE”

“I ragazzi hanno il diritto di esser ascoltati in famiglia, istruiti e formati nelle scuole, uno dei doveri civici – ha aggiunto Castagnola – è ad esempio segnalare i siti che istigano al suicidio e alla violenza o che utilizzano materiale pedopornografico. Da anni conduciamo campagne di media education in tutte le scuole d’Italia per coinvolgere le famiglie e farle partecipare alla vita on-line dei figli. Il mio auspicio è che l’educazione digitale non sia un più un intervento emergenziale ma diventi materia curricolare del nostro sistema scolastico per la protezione e la sicurezza dei diritti delle persone”.


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