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L’11 febbraio nuova udienza per mamma Giunti: “Io massacrata in Tribunale”

Nel 2016 le è stato portato via il figlio a causa di una condotta materna definita 'simbiotica e soffocante'

Pubblicato:08-02-2022 15:36
Ultimo aggiornamento:08-02-2022 15:36
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mamma giunti
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ROMA – Si terrà l’11 febbraio la prossima udienza al Tribunale Penale a Roma per il caso di Giada Giunti, mamma coraggio alla quale nel 2016 è stato portato via il figlio a causa di una condotta materna definita ‘simbiotica e soffocante’ che avrebbe, questa l’accusa, volutamente ostacolato il rapporto col padre di suo figlio che le ha sporto denuncia per questo. Precedentemente, Giunti aveva presentato verso l’ex compagno svariate denunce, anche in codice rosso, per la sua presunta condotta violenta, tutte archiviate.

“La denuncia contro mamma Giunti è calunniosa- scrive il legale Carlo Priolo in una nota inviata alla redazione- perchè ai tempi il minore si trovava già in casa famiglia”. “Sono massacrata al Tribunale civile e Penale utilizzando la Pas, i PM del pool antiviolenza sono sempre gli stessi da anni”, dichiara mamma Giunti, facendo riferimento alla presunta ‘sindrome di alienazione parentale’ con cui è stata etichettata, ma che, stando alla Comunità scientifica, alla Corte di cassazione, al Ministero della Salute, al Parlamento europeo non esiste.

“Mi hanno strappato mio figlio quasi sei anni fa, non lo vedo da anni e tutto per una falsa denuncia per abbandono di minore sporta dal mio ex marito, depositata al Tribunale per i minorenni di Roma con un ricorso”. Da un lato l’abbandono di minore, dall’altro invece l’accusa di essere “simbiotica e soffocante”, sottolinea la mamma coraggio. “Quel terribile 15 dicembre 2016- ricorda Giunti- si sono presentati in 8, di cui 5 agenti dell’anticrimine, a scuola di mio figlio. Dopo tre ore di pianti e di suppliche da parte del bambino che chiedeva di chiamarmi due lo hanno alzato di peso tenendolo per le braccia e uno per le gambe e l’hanno trascinato in una casa-famiglia…”. “Giada Giunti- dichiara ancora il legale, l’avvocato Carlo Priolo- adesso sta subendo un processo penale sempre utilizzando l’ascientifica PAS, per aver instaurato con il minore un ‘rapporto esclusivo e parassitario’“, sostenendo, questa l’accusa, che “il bambino pian piano si associasse in totale e simbiotica adesione all’idea materna”. “Nel capo di imputazione- dice mamma Giunti- figura anche l’avvocato Priolo, rinviato a giudizio per maltrattamenti perché mio figlio l’avrebbe chiamato ‘papi’. E’ assurda questa storia”, ribadisce mamma Giada.


Per Priolo: “Il vero obiettivo della azione di alcuni è che madre e figlio siano in ostaggio per limitarne l’agire nelle sedi competenti. Il conflitto con i magistrati- continua il presidente di Verità altre- è nato nel 2013 quando ho scoperto un conflitto d’interessi tra il consulente tecnico nominato dal giudice minorile, il difensore dell’ex marito della Giunti, e due assistenti sociali ai quali la Corte d’appello ha affidato la famiglia. Ma l’iniziativa non sarebbe piaciuta al pubblico ministero che- aggiunge Priolo- ha inviato la richiesta di archiviazione di una denuncia per maltrattamenti ed aggressione presentata dalla Giunti al Giudice minorile, segnalando che le denunce fossero ‘strumentali e di pregiudizio per il minore’. Mi vergogno di raccontare questa storia, che da quella data del 2013 dura ancora, in quanto appare incredibile anche al sottoscritto, nonostante il tempo trascorso”, conclude il legale.

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