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Salario minimo, Mulè: “Nessuno schiaffo ai lavoratori”

Il vicepresidente della Camera respinge gli attacchi sul salario minimo e su un governo che non aiuta i lavoratori: "Abbiamo aumentato l'assistenza ai deboli con varie misure", dice

Pubblicato:07-12-2023 10:58
Ultimo aggiornamento:07-12-2023 12:59

mulè
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ROMA – “Non si può dire che questo governo prenda a schiaffi quattro milioni di lavoratori perché fino ad ora abbiamo dato semmai carezze e attenzioni a cominciare dai 14 miliardi per il taglio del cuneo fiscale, che significa mettere soldi in tasca non ai ricchi ma ai ceti medi e bassi. Abbiamo inoltre accorpato le prime due aliquote fiscali per far arrivare altro denaro, fino a 1.300 euro in più agli italiani. Stiamo continuando a fare una cosa sacrosanta: incrementare l’assistenza ai più deboli”. Lo dice il vicepresidente della Camera e parlamentare di Forza Italia, Giorgio Mulè, intervistato ad Agorà, su Rai 3.

Il deputato ‘forzista’ spiega: “Che il salario minimo sia una ricetta profondamente sbagliata lo dice anche un sindacato come la Cisl, che rappresenta circa 4,5 milioni di lavoratori, perché spinge al ribasso le retribuzioni, favorisce il lavoro nero e fa scappare le aziende. Prima di essere folgorati sulla via del Nazareno, in verità, anche la Cgil era sulla stessa linea… In Italia ci sono oltre mille contratti collettivi nazionali di lavoro, per cui la soluzione giusta su cui Forza Italia si è attestata è quella di prendere come punto di riferimento il contratto che paga di più in ciascuna categoria e applicarlo anche agli altri”.

“Questo – continua Mulè – si può fare solo con la contrattazione di secondo livello, perchè lo stipendio non è costituito solo dal salario: ci sono il tfr, la tredicesima, le ferie, la previdenza integrativa e l’assistenza e, a tutto questo si può mettere mano solo con la contrattazione tra sindacati e datori di lavoro. Per questo la legge delega sul salario accessorio prevede che al tavolo dove si scriverà la legge collaborino opposizione e sindacati e che il parere espresso dal Parlamento sarà vincolante per quello che dovrà fare il Parlamento. In questo modo si evita l’appiattimento al ribasso di tutti i salari e, anzi, li si sospinge intelligentemente tutti verso l’alto”.


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