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Bonaccini torna alla carica: “Via il numero chiuso alla facoltà di Medicina”

Il governatore dell'Emilia-Romagna torna a chiedere di eliminare il numero chiuso per la facoltà di Medicina: "I medici scarseggiano, non è un problema di questa o quella regione"

Pubblicato:07-11-2023 18:39
Ultimo aggiornamento:07-11-2023 18:40
Autore:

stefano bonaccini
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ROMA – Nel giorno del voto sulla legge regionale sulla sanità, il presidente dell’Emilia-Romagna e del Pd Stefano Bonaccini rilancia la battaglia contro il numero chiuso nelle facoltà di Medicina per ovviare al calo dei camici bianchi, destinato a conoscere numeri ancora maggiori nei prossimi anni. “Penso- ha detto Bonaccini intervenendo in Assemblea legislativa durante il dibattito sulla legge- che il numero chiuso alla facoltà di Medicina andrebbe rivisto. Perché nei prossimi anni avremo un peggioramento del numero dei medici a disposizione”, senza il personale necessario “rischiamo un depotenziamento definitivo”. Difendendo la legge alle Camere dell’Emilia-Romagna dalle critiche delle opposizioni di centrodestra (“Una legge molto importante perché riguarda le risorse e il personale per la sanità pubblica- sottolinea il governatore- Non è un problema di questa o quella regione ma di tutte. Rischiamo che sia il conto corrente in banca a decidere chi può curarsi e chi no”) Bonaccini ha preso di mira quanto fatto dal Governo Meloni, con un sospetto: “Questo governo vuole favorire il privato”.

“Che il Piemonte abbia votato questa legge all’unanimità prima di noi- si è rivolto il presidente ai banchi del centrodestra- credo debba far riflettere qualche consigliere di centrodestra che ha avuto parole di scherno. O è impazzito il presidente (Cirio, ndr) e la sua maggioranza oppure il tema è molto sentito”. Per quanto riguarda l’aumento del fondo sanitario nazionale rivendicato dal Governo, “bene che sia aumentato il fondo, ma abbiamo chiesto molto ma molto di più” scandisce Bonaccini, mentre il ministro Schillaci, che pose il tema del sottofinanziamento del sistema, “sta brillando per assenza dal dibattito pubblico”, annota. Ma “con la propaganda le persone non le cureremo”, avverte Bonaccini in un altro passaggio del suo intervento.


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