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Occupato il liceo artistico ‘Enzo Rossi’ di Roma

L'azione questa mattina rivendicata dal gruppo 'Osa'. Gli studenti contestano il clima repressivo e la mancanza di spazi e materiali

Pubblicato:07-11-2022 11:49
Ultimo aggiornamento:07-11-2022 11:49

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Foto di copertina dal profilo Instagram di ‘Osa Roma’

ROMA – Occupato il liceo artistico ‘Enzo Rossi’ di Roma, in zona Tiburtina. A comunicarlo sono stati gli attivisti del movimento ‘Osa’, che hanno aiutati gli studenti a portare avanti l’azione. Sulle stesse pagine social di ‘Osa’, si leggono anche le motivazioni del gesto: un’occupazione attuata “per opporsi ad un modello scolastico repressivo e alle indecenti condizioni che vivono all’interno della propria scuola. Assurda dimostrazione di forza davanti al liceo artistico ‘Enzo Rossi’ stanotte e stamattina- scrivono i giovani di ‘Osa’- celere schierata davanti all’entrata dell’istituto, per intimidire gli studenti in lotta”.

“Ancora una volta, dopo le cariche alla Sapienza, si palesa qual è la volontà politica di questo governo di reazionari: intimidire l’opposizione studentesca e chi alza la testa- si legge ancora sulla pagina social- Con la vergognosa dimostrazione di forza di oggi, si riconferma il ruolo repressivo che ormai da anni, fin dall’avvento della riforma dell’autonomia scolastica, hanno assunto i presidi”.


Gli studenti contestano “la mancanza di laboratori e materiali, necessari per il conseguimento scolastico del proprio indirizzo, un’edilizia fatiscente, la privazione di spazi che necessitano manutenzione, un ambiente scolastico che non tutela e sostiene gli studenti, ma alimenta un clima di stress, ansia e crisi di prospettive. Gli studenti si oppongono per difendere e conquistare i loro diritti, come quello all’aborto sicuro e gratuito, in rottura con un governo che alimenta e investe sulla guerra mentre le scuole cadono a pezzi e nei nostri quartieri popolari ci vengono negati servizi pubblici ed un futuro dignitoso. Assenza di diritti, crisi di prospettive, guerra e un modello scolastico esclusivo”, concludono i giovani, che poi lanciano la mobilitazione studentesca del 18 novembre.

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