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Politi (Mister Uniquelife): “Uso Instagram per far scoprire le bellezze italiane”

"Registro romanesco perché sono genuino sui social come nella vita di tutti giorni"

Pubblicato:07-09-2022 15:19
Ultimo aggiornamento:07-09-2022 15:19

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ROMA – “Spesso le persone si riempiono la bocca di ‘Made in Italy‘ ma in realtà conoscono poco l’Italia e perfino la stessa città di appartenenza”. È da questa consapevolezza che nasce il progetto di Fabrizio Politi, su Instagram ‘Mister Uniquelife‘, che ha l’obiettivo di raccontare, con uno sguardo tutto personale, le bellezze della città eterna ma non solo, incuriosire i follower e ‘spingerli’ alla scoperta di luoghi inediti e spesso senza spendere un centesimo, come ha raccontato in un’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Dire.

– Iniziamo dal nome perché ‘Mister Uniquelife’: ha una vita pazzesca? Di cosa si occupa?

“Perché mi chiamo ‘Mister Uniquelife’ sui social? A differenza di quello che può sembrare io non ho una vita ‘unica’ o ‘pazzesca’, ma ho sempre pensato che ognuno di noi ha una vita sola e deve renderla unica. Di mestiere faccio il creativo, precisamente l’art director, e uso per questo i social in maniera creativa, divulgativa e informativa. L’idea è ‘giocare e usare la piattaforma in maniera interessante creando quanti più contenuti possibili che possano stimolare le persone a capire quanto il nostro territorio, ciò che ci circonda sia davvero interessante”.


– Come e quando nasce l’idea di raccontare Roma, le sue bellezze artistiche… e molte altre zone d’Italia racchiuse anche nel libro che hai presentato di recente in Campidoglio?

“Lavorando sulla valorizzazione del territorio, ho pensato fosse giusto iniziare a raccontare qualcosa che mi appartiene. Sono di Roma e così ho iniziato questo viaggio dalla mia città. Solo così mi sono reso conto che non la conoscevo così tanto ma che fa parte di me ed è scritta nel mio dna. Per questo il mio lavoro è costituito sull’essere romano, creativo. Il mio racconto è genuino, un misto tra cuore e ‘pancia’. Pian piano questa che era un’idea è diventata un progetto che ho esteso anche ad altre città italiane passando da Roma a Milano, da Genova a Napoli, da Firenze a Chieti e così via. Secondo me l’Italia ha tanti segreti da far conoscere e riscoprire. Spesso si parla tanto di ‘Made in Italy’, del nostro come il ‘Paese più bello del mondo’ ma in realtà capita che, appena possibile, scappiamo e visitiamo altri Paesi mentre abbiamo tante meraviglie da esplorare qui in Italia”.

– Sei romano e le storie su Instagram sono caratterizzate dall’accento romanesco … oltre l’orgoglio e l’appartenenza, c’è dell’altro?

Uso il registro romanesco perché è così che parlo nella vita di tutti i giorni. Ho provato a essere più attento ma ‘dimentico’ di parlare l’italiano corretto. Mia madre mi scrive veri e propri DM (decreti ministeriali), mi riprende come fossi un bambino e mi invita a parlare in italiano, a terminare le parole e a non dire le parolacce. Questo per ricollegarmi al discorso che facevo prima e cioè che il mio racconto non è costruito. Sono questo e sono genuino. Questo non significa che non studio e non preparo i contenuti che posto su Ig ma all’atto pratico, quando li racconto è come se mi ritrovassi tra amici. Scelgo un registro informale”.

– Dal numero dei follower si può dire proprio che sei amato sui social. Credi che seguendoti ‘i tuoi seguaci’ possano avvicinarsi di più all’arte e alla storia che si respira in certi posti, a volte inediti?

“Il mio numero di follower è il frutto di molto lavoro e sacrificio e posso dire che sono stati conquistati con il sudore uno ad uno. Peraltro la mia community è anche molto partecipativa. Infatti le persone che mi seguono sono molto interessate a quello che racconto e riesco anche molto spesso a portarli con me. Passiamo cioè dall’ambito del virtuale a quello del reale organizzando delle vere e proprie visite culturali a Roma e nelle altre regioni italiane. L’obiettivo è fare in modo che questo social diventi utile e interessante per loro. Non per forza devono venire agli incontri che organizzo, è bello anche ricevere il loro messaggio una settimana dopo e sapere che, ‘anche in autonomia’ sono andati a visitare quel posto incuriositi dal mio racconto su Ig”.

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