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Ricerca, Dario (Sant’Anna Pisa): “Su robot possiamo vincere noi” / Video

“Tassa Bill Gates? La propone perché lui non ne produce”

Pubblicato:07-09-2017 14:23
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:39

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PISA – La robotica è la frontiera più avanzata dello sviluppo, lo strumento che ridisegna il modo di vivere, lo semplifica portando prodotti tecnologici via, via più economici nelle case e nelle aziende, ma da qualche tempo è sotto accusa. L’investigazione per la quale ha già subito diverse incriminazioni mediatiche riguarda il contraccolpo nel tessuto economico: quando si automatizza un processo produttivo, l’azienda mette il turbo ma rischia di dover fare a meno di qualche dipendente.

Dunque, è vero che i robot faranno perdere milioni di posti di lavoro nei prossimi anni, facendo innalzare disoccupazione e precariato? A questa convinzione diffusa che ha spinto Bill Gates, non esattamente un luddista, a proporre persino di tassare gli umanoidi dal festival internazionale della robotica di Pisa replica Paolo Dario, direttore dell’istituto di biorobotica del Sant’Anna. “Bill Gates sostiene questa posizione sui robot, perché non li produce- afferma sferzante- Se qualcuno in effetti proponesse di aumentare l’imposizione su Microsoft probabilmente reagirebbe in modo diverso”.

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Secondo il professor Dario il mondo dovrà gestire nell’avvenire due grandi strumenti tecnologici: i software e gli hardware. Sui primi la competizione internazionale è irrimediabilmente andata a beneficio dei colossi della Silicon Valley. “Dominano gli Stati Uniti, anzi bisognerebbe dire la costa Ovest dove vengono generati profitti straordinari e milioni di posti di lavoro- fa notare Dario- Nessuno se ne accorge, tranne la Germania che da tempo adotta misure anti-Google, che poi sono anti monopolio. Tutti usiamo allegramente app di vario tipo e di fatto non dico che distruggiamo, ma riduciamo posti di lavoro nelle agenzie di viaggi con booking, nelle banche, oppure nel commercio”.


La robotica è l’altra metà del cielo, in grado di esaltare le capacità di centri di ricerca, aziende, indotto che si trovano ad esempio a Pisa. “Lì la scommessa la possiamo giocare e vincere- sostiene il docente del Sant’Anna, rovesciando la paura verso le macchine in una speranza sviluppista- I robot li sappiamo fare noi, gli americani ci riescono meno. Pertanto presentano un’occasione, non un nemico”. Del resto, l’Italia vantando la seconda manifattura d’Europa e la settima su scala globale ha molto da guadagnare da automazione e umanoidi. “Se poi- chiude il proprio ragionamento- sapremo progettare, costruire, vendere oltre che produrre i robot, si creeranno una ricchezza vera e dei posti di lavoro di qualità e li controlleremo meglio. Quindi, sarebbe l’ora di riflettere anziché scagliarsi contro questi ‘nemici’”.

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