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NAPOLI – “Quando sono arrivata ho scoperto che i centri antiviolenza erano chiusi, evidentemente per mancanza di fondi. Ci siamo subito attivati per poterli riaprire e anticipando l’utilizzo di fondi che erano previsti per un’altra annualità siamo riusciti, a gennaio, a riaprire i cinque cav che sono operativi, visti i fondi ricevuti, solo fino a fine marzo”. Lo spiega alla Dire l’assessora alle Pari opportunità del Comune di Napoli, Emanuela Ferrante, intervenuta al workshop dedicato a “mappatura e censimento dei centri antiviolenza nel territorio di Napoli e provincia” nella sede della Fondazione Banco di Napoli.
“Ci siamo attivati in anticipo – prosegue – riuscendo a reperire altri fondi attraverso i piani sociali di zona per fare un avviso di coprogettazione: così riusciremo a non chiudere i cav da aprile, ma per una durata di altri 5 mesi. L’erogazione dei fondi dal dipartimento Pari opportunità e dalla Regione – chiarisce Ferrante – è l’unico strumento per poter erogare un servizio non di pubblica utilità, ma di pubblica necessità. Sarebbe importante – conclude – una programmazione a livello almeno biennale o triennale per riuscire a garantire un servizio senza interruzioni”.
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