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Sant’Ambrogio di “fiducia tra le persone e nelle istituzioni”

L'arcivescovo di Milano Delpini per il Santo Patrono della città: "Sui migranti pensieri e non paura"

Pubblicato:06-12-2023 19:57
Ultimo aggiornamento:06-12-2023 19:57
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Un appello alla fiducia tra le persone; dei cittadini nei confronti delle istituzioni; e per un’Europa, anche in vista del prossimo appuntamento elettorale, che “affronti con fiducia il fattore migrazioni per elaborare pensieri e non solo emozioni e paure, per propiziare l’incontro tra persone che, conoscendosi, possano stimarsi e aiutarsi, mentre temendosi possono soltanto evitarsi e respingersi”. E’ il succo del discorso alla città dell‘arcivescovo di Milano Mario Delpini, nell’omelia pronunciata nella Basilica di Sant’Ambrogio durante i Vespri per la solennità del Santo Patrono della città.

“Ho fiducia nel sindaco, fa funzionare la città”

“L’umanità merita fiducia”, dice Delpini. “Per esempio, io ho fiducia in chi guida i mezzi pubblici. So che mi porteranno a destinazione. Io ho fiducia nel panettiere e nel fruttivendolo: so che mi venderanno prodotti sani. Ho fiducia nel cuoco e nel cameriere, so che mi preparano e mi servono un ottimo risotto alla milanese. Ho fiducia nelle forze dell’ordine, so che dedicano tempo, intelligenza, fatica per garantire ordine e sicurezza in città. Ho fiducia nel sindaco e nel tecnico del Comune, so che fanno in modo che la città funzioni. Ho fiducia nei preti, so che sono dedicati a prendersi cura delle persone loro affidate. L’umanità tutta, merita fiducia”, continua Delpini precisando però di non essere “ingenuo. So anche che sulla terra si aggirano imbroglioni e truffatori, persone disturbate che possono disturbare, persone disoneste che dedicano il tempo a progettare furti e cattiverie, persone stupide che scrivono sui muri e rovinano la segnaletica. Sì, ci sono anche loro. Ma forse anche loro meritano attenzione perché possano essere recuperati alle regole della buona educazione e dell’onestà”.

In ogni caso, prosegue l’Arcivescovo di Milano “si deve dire che noi viviamo, sostanzialmente, di fiducia. Ci saranno ancora, a Milano, uomini e donne che si fanno avanti per seminare fiducia? Uomini e donne che aiutano la città a cambiare aria perché sono onesti, sinceri, dediti al bene comune, affidabili nelle parole che dicono, trasparenti nel loro operare, virtuosi senza esibizionismi, costanti senza testardaggine, pronti alle responsabilità senza arrivismi?”. Nella sera di Sant’Ambrogio Delpini le vede queste persone portatrici di fiducia: “Riconosco in voi qui presenti, responsabili delle istituzioni regionali, provinciali, comunali, della città metropolitana, uomini e donne che si sono fatti avanti per dire: ‘Sì, noi ci siamo! Noi ci facciamo avanti volentieri per essere seminatori di fiducia e contrastare i mercanti che spacciano paura, scoraggiamento, depressione nella nostra terra”. Anche perchè “l’accumulo di beni, il sottrarsi alle responsabilità, il convincersi che la politica sia una cosa sporca, che dedicarsi al bene comune sia un esporsi a pericoli e linciaggi mediatici, insomma queste abitudini congeniali a un radicato individualismo giovano ai mercanti e alle ambizioni autoritarie“.


La fiducia per Delpini, deve essere la spina dorsale dell’agire pubblico. La benzina che attiva “chi ha responsabilità” a sperimentare che “il dialogo, la trattativa, l’incontro, sul presupposto della stima vicendevole, rendono possibile comprendere le ragioni di chi è d’accordo e di chi si oppone. In realtà non c’è alternativa alla ricerca di una soluzione dei conflitti. Lo spettacolo desolante delle guerre con quello che comportano di distruzione di vite e di Paesi, di odio e di risentimenti che diventano inestirpabili deve convincere tutte le persone di buon senso a ostinarsi nel dialogo e nella trattativa. Chi occupa posti di responsabilità, che si tratti dell’amministrazione comunale o dell’amministrazione di un condominio, sa quanto sia talora arduo dialogare e confrontarsi: ci sono infatti dinamiche che scatenano una irragionevole aggressività. Eppure, non si può mai rinunciare in modo definitivo al dialogo”, spiega il campo della Chiesa ambrosiana. “La responsabilità di fronte alle situazioni complesse e alle problematiche inquietanti del nostro tempo è un peso che nessuno può portare da solo, nonostante le tentazioni di protagonismo che insidiano le persone del potere e le tentazioni di delega che insidiano le persone che non vogliono fastidi”.

No alla società che invecchia, investire su chi desidera fare figli

Vuole dire Delpini che una società è sfiduciata anche nella misura in cui invecchia. “Se c’è un aspetto della nostra città e società che tutti riconoscono è che diventa una società vecchia, una città in cui i giovani non si trovano, con uno stile di vita poco disponibile per chi desidera avere figli. La fiducia di persone che hanno ruoli di responsabilità deve motivare ad affrontare insieme la questione, a investire con coraggio su una politica della casa, della maternità, della scuola. Perché ci sia una mentalità aperta alla generazione e desiderosa di futuro, quindi di figli e figlie, non basta creare condizioni favorevoli, ma è necessaria una vera ‘rivoluzione culturale'”. Una rivoluzione culturale che per l’alto prelato deve estendersi al dibattito sui migranti. “Luoghi comuni e sentimenti diffusi, informazioni parziali e ideologie tendono a ridurre i migranti ai profughi, folla indistinta di poveracci che sono da temere come invasori o da accogliere come miserabili bisognosi di tutto. In realtà, si tratta di un fenomeno complesso, studiato e analizzato in molti modi. La tragedia delle guerre che devastano molti Paesi del mondo è tra le ragioni più drammatiche delle migrazioni. La difficoltà che l’Europa sperimenta nell’affrontare il tema è un segno preoccupante per contribuire a rendere possibile il diritto di restare e il diritto di partire e contrastare quel migrare disperato che espone a inimmaginabili sofferenze. Noi vorremmo essere cittadini di una Europa protagonista nell’opera di pace e di sviluppo dei popoli. Perciò sentiamo il dovere di vivere anche l’appuntamento elettorale della prossima primavera con responsabile partecipazione”.

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