L’AQUILA – A dodici anni dal sisma che distrusse gran parte del capoluogo abruzzese, L’Aquila ricorda le sue vittime. Trecentonove le persone che persero la vita nella notte tra il 5 e il 6 aprile del 2009 in pochi secondi, tra loro tanti giovani. Anche quest’anno, come nel 2020, a causa delle restrizioni dovute all’emergenza Covid, non ha avuto luogo la tradizionale fiaccolata che ogni anno illuminava in un corteo le vie della città nella notte del ricordo, percorrendo i luoghi dove il sisma colpì più duramente, come la Casa dello Studente. Le luci si sono spostate, come l’anno scorso, su balconi e finestre della città, illuminati, su invito del sindaco, da candele e lumini, e a piazza Duomo, dove ieri sera alle 21 è stato acceso un braciere e un fascio di luce blu è stato proiettato verso il cielo, mentre 309 rintocchi di campana hanno risuonato in ricordo delle vittime, nella piazza quasi deserta. Nel tardo pomeriggio invece ha avuto luogo la celebrazione della Messa, officiata dall’arcivescovo della città dell’Aquila, cardinale Giuseppe Petrocchi nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, ferita duramente dal sisma o ora tornata al suo splendore originale. Presenti il sindaco de L’Aquila, Pierluigi Biondi e il prefetto, Cinzia Torraco, che, insieme al cardinale Petrocchi, hanno reso omaggio alle vittime del terremoto nella Cappella della memoria situata all’interno della chiesa. Al termine della celebrazione sono stati letti i nomi delle 309 vittime.
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“Questo è uno dei simboli del terremoto del 2009, probabilmente tra i più dolorosi perché quando colpisce i ragazzi il dolore è più intenso. Però un’intera città, L’Aquila e tutto il cratere sismico, decine e decine di Comuni furono devastati e le ferite si vedono ancora ad occhio nudo, nonostante la ricostruzione stia finalmente decollando. Si comincia a rivedere una città restituita alla vita, palazzi che tornano a splendere di una bellezza che in alcuni casi da secoli non esprimevano più. Questo ci aiuta a sperare e guardare al futuro con ottimismo nonostante anche questo anno durissimo di pandemia, che ha aggravato la situazione socio-economica già difficile da affrontare. Però siamo sempre stati capaci di risollevarci. Lo spirito di questa città e di questo territorio è indomito e indomabile. Sono sicuro che sapremo andare avanti e che il futuro ci riserverà grandi prospettive e soddisfazioni”. È quanto ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, a margine della visita fatta questa mattina lì dove sorgeva la Casa dello Studente de L’Aquila, all’interno della quale otto ragazzi persero la vita.
Foto dalla pagina Facebook del Comune di L’Aquila
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