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La Luna a un passo, ritardi e incertezze ma l’America la conquisterà

Nell'ambizioso programma, la Nasa raggiungerà il satellite terrestre per farne una base scientifica

Pubblicato:05-09-2022 17:48
Ultimo aggiornamento:05-09-2022 17:48

Scientificamente
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A un passo dall’afferrare un sogno inseguito per decenni, un sogno di 38 milioni di km quadrati di superficie distante 384 mila km dalla Terra: la Luna. La Nasa è pronta per il lancio di Artemis 1, si attende una nuova data (forse a ottobre) dopo l’ultimo rinvio dello scorso 3 settembre. E’ la prima missione di un ambizioso programma che porterà l’agenzia spaziale americana a raggiungere il satellite terrestre, a farne una base scientifica, a svilupparne le opportunità economiche e a sfruttarlo come stazione di posta extraterrestre per l’esplorazione dell’universo. In una frase: a colonizzare la Luna. Gli Stati Uniti d’America ci credono davvero, l’investimento è di oltre 35 miliardi di dollari. Soldi che servono a costruire il sistema di lancio; i moduli per il trasporto degli equipaggi; la stazione Getaway che orbiterà intorno al satellite e che sarà la piattaforma per le salite e discese degli astronauti; i lander (sviluppati da compagnie private), che faranno da ‘ascensore’ fra la stazione orbitante e la superficie lunare; il campo base che ospiterà la comunità di ‘lunari’.


Per ora, però, l’obiettivo è di realizzare il primo sbarco entro il 2024. Una scadenza, fissata nel 2019 dall’allora vicepresidente Usa, Mike Pence, che sarà difficile da rispettare. Artemis 1, precedentemente conosciuta come Exploration Mission 1 oEM-1, è solo il secondo volo di collaudo, senza equipaggio, del modulo Orion MPCV. Ed è il primo lancio del razzo vettore Space Launch System, nell’ambito del programma Artemis. Un primo passo su cui la Nasa continua a inciampare: 3 sono stati i rinvii, l’ultimo per una consistente perdita di carburante in fase di lancio. “La nostra attenzione- ha spiegato il responsabile missione Mike Sarafin dopo il “no go” dello scorso 3 settembre- si concentra ora sul determinare in dettaglio il problema. Poi valuteremo come risolverlo”.Il razzo potrebbe partire il prossimo mese o forse anche più tardi.

Gli aggiustamenti in corsa non sono una sorpresa nel campo dell’esplorazione spaziale. La stessa missione Artemis 1 prevedeva un sorvolo della Luna lungo una traiettoria di ritorno libero, con rientro sulla Terra 8 giorni dopo il lancio. Il viaggio è stato esteso a 37 giorni e 23 ore. La partenza sarà dal Kennedy Space Center in Florida, dove grazie a 40 milioni di chilogrammi di spinta, garantiti dal più grande sistema di lancio esistente, l’SLS il veicolo spaziale Orion verrà trasportato oltre l’atmosfera. Nel suo viaggio arriverà oltre la Luna, a 450 mila chilometri dalla Terra, il punto più lontano mai raggiunto da qualsiasi navicella per il trasporto umano. Mentre lo stadio superiore del razzo, separatosi lungo la traiettoria, libererà una serie di dispositivi tecnologici ed esperimenti. Fra questi, il cubesat dell’Agenzia Spaziale Italiana Argomoon, realizzato dalla torinese Argotec. Unico satellite europeo che andrà in orbita lunare. Un osservatore spaziale che riprenderà dall’esterno le tecnologie che voleranno su SLS-1.

Orion intanto continuerà il suo viaggio grazie a un propulsore sviluppato dall’Esa. Il suo andamento sarà monitorato continuamente, fino al volo a poco meno di 100 chilometri sulla superficie lunare. Poi, il ritorno a Terra, a velocità e temperature mai raggiunte. La vera sfida di questa prima avventura, infatti, è far tornare in sicurezza il veicolo spaziale quando attraversando l’atmosfera terrestre arriverà a 40 mila chilometri orari di velocità e 2.800 gradi di temperatura. Numeri mai sopportati prima da qualsiasi altro vettore spaziale. Saranno i record a far ricordare questa prima missione. Ma ne serviranno molti altri per compiere un’impresa epocale capace di trasformare il nostro rapporto con lo spazio e ispirare generazioni, come quella del 20 luglio 1969.

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