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Con Aisf e Simit screening congiunto per Covid-19 ed Epatite C in piazza a Roma

Prossime tappe Lombardia e Campania. "La pandemia ha dimostrato l'importanza di investire in prevenzione in ambito infettivologico" dichiara Massimo Andreoni, direttore scientifico della SIMIT

Pubblicato:05-08-2020 17:13
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:44
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ROMA – È partita oggi, mercoledi’ 5 agosto, a Roma, un’importante campagna di prevenzione: presso un ambulatorio mobile, collocato a Piazza del Popolo, attraverso 2 test capillari,e’ possibile effettuare lo screening congiunto per Covid-19 ed Epatite C. L’esame diagnostico gratuito, patrocinato dal Comune di Roma, e’ iniziato questa mattina alle 9.30 e proseguira’ fino alle 18. Successivamente l’ambulatorio mobile fara’ tappa in Lombardia ed in Campania. Questo roadshow itinerante, realizzato nell’ambito delle iniziative per la Giornata Mondiale contro le Epatiti proclamata dall’OMS per il 28 luglio, e’ stato promosso dall’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato – AISF e dalla Societa’ Italiana Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, con il patrocinio dell’Associazione Pazienti EpaC Onlus, ed e’ stato organizzato dalla societa’ di consulenza manageriale in ambito healthcare MA Provider, con il contributo non condizionato dell’azienda farmaceutica multinazionale Abbvie. Responsabili scientifici dell’iniziativa sono il Professor Massimo Andreoni, Direttore scientifico della SIMIT e Professore di Malattie Infettive della Facolta’ di Medicina e Chirurgia dell’Universita’ di Roma Tor Vergata, e il Professor Salvatore Petta, Segretario AISF e Professore di Gastroenterologia all’Universita’ di Palermo.

LE ORIGINI DEL PROGETTO E IL CALO DEI TRATTAMENTI

La proposta di un doppio test affonda le radici nelle attivita’ sviluppate gia’ da diversi anni dalle Societa’ scientifiche AISF e SIMIT e dall’Associazione pazienti EpaC onlus, riunite sotto la sigla di ACE – Alleanza contro le Epatiti e ha preso vigore nelle ultime settimane. Diversi studi, infatti, hanno rilevato una riduzione di oltre il 90% dei trattamenti durante il lockdown. L’opportunita’ di un test congiunto e’ stata esplicitamente indicata anche nel documento conclusivo dell'”Indagine conoscitiva in materia di politiche di prevenzione ed eliminazione dell’epatite C”, approvato all’unanimita’ in XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, lo scorso 11 giugno: puo’ infatti costituire un primo step per ampliare gli screening per far emergere il “sommerso” secondo l’obiettivo prefissato dall’OMS di eradicare la patologia entro il 2030. Un risultato raggiungibile grazie all’innovazione garantita dai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) per il trattamento dell’Epatite C, che permettono di eradicare il virus in maniera definitiva, in tempi rapidi e senza effetti collaterali.

IL RILIEVO SCIENTIFICO DELL’INIZIATIVA

La pandemia di Covid-19 ha dimostrato quanto sia importante e occorra investire in prevenzione in ambito infettivologico – evidenzia il Prof. Massimo Andreoni – In questo caso, cio’ significa fare screening, ossia individuare i soggetti affetti dal virus dell’Epatite C ma inconsapevoli della loro condizione. Proprio questa mancanza di consapevolezza implica la necessita’ di un legame piu’ stretto tra mondo scientifico e popolazione: la SIMIT ha dunque deciso di andare sul territorio per mettere la scienza al servizio dei cittadini. Per favorire questo processo, possiamo usufruire di una contingenza che coinvolge tutti: visto che anche Covid-19 pone l’esigenza di test per riconoscere la diffusione del virus, possiamo mettere insieme le due cose. Da una parte serve per capire la diffusione del Sars-Cov-2 sul territorio nazionale e il peso degli asintomatici; dall’altra possiamo far emergere il “sommerso” e avviare al trattamento i soggetti affetti da Epatite C. Tecnicamente non ci sono difficolta’ a fare ambedue i test sierologici”.


“Ripartire con gli screening e’ fondamentale ed e’ sicuramente il primo passo da fare in questi mesi successivi al lockdown, ma non e’ comunque sufficiente per riprendere il cammino verso l’eliminazione dell’Epatite C dal nostro Paese – ammonisce il Prof. Salvatore Petta – Oltre all’ampliamento degli screening, che puo’ partire proprio con i test abbinati, e’ necessario procedere su molteplici fronti. Il processo non si deve fermare agli screening, ma deve proseguire con il linkage to care e la veicolazione dei pazienti al trattamento, per dar vita a una sorta di filiera nelle terapie. Affinche’ cio’ avvenga, e’ anzitutto necessario un decreto attuativo che dia seguito all’emendamento al Decreto Milleproroghe dello scorso febbraio. Questo provvedimento, infatti, ha stanziato 71,5 milioni di euro per il biennio 2020-2021 per introdurre lo screening gratuito necessario a individuare i potenziali malati di epatite C per l’eradicazione dell’HCV: adesso bisogna passare all’atto pratico affinche’ non si perdano queste risorse. Inoltre, e’ necessario creare un Piano Nazionale di eliminazione dell’Epatite C, che includa anche una valutazione sulla possibilita’ di proroga dello status di innovativita’ dei farmaci”.

L’APPELLO DEI PAZIENTI: PROCEDERE CON IL DECRETO ATTUATIVO PER GLI SCREENING

“Lo scorso 11 giugno la XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ha approvato all’unanimita’ la relazione sull’indagine conoscitiva dell’epatite C in Italia: un passo avanti importante, ma non definitivo – sottolinea Ivan Gardini, Presidente EpaC onlus – Nello stesso documento e’ prevista la costituzione di un programma organico di intervento per procedere sui tre pilastri gia’ individuati di prevenzione e screening, presa in carico e linkage to care e terapia. Sulla base dei finanziamenti gia’ disponibili nelle norme vigenti (71,5 milioni per gli screening) e di quelli eventualmente rintracciabili dall’avanzo del Fondo innovativi per il 2020 deve essere valutata la costituzione di un Fondo per il contrasto dell’HCV, ovvero risorse destinate a finanziare le attivita’ previste dal Piano nazionale di eliminazione condiviso. Tra gli obiettivi previsti dall’Indagine, e’ particolarmente rilevante l’adozione, in tempi rapidi, del Decreto attuativo da parte del Ministero, che consenta il riparto tra le Regioni delle risorse destinate agli screening. Iniziative come quella dei test congiunti sperimentati a Piazza del Popolo a Roma costituiscono un esempio concreto di come si debba operare per mettere in atto quanto previsto dall’Indagine conoscitiva. Il nostro auspicio e’ che da qui parta un progetto nazionale, parallelamente a una rapida emanazione del Decreto attuativo per l’impiego dei fondi”.

L’IMPEGNO DELLE ISTITUZIONI

“Oggi grazie allo sforzo congiunto di Societa’ Scientifiche, Associazioni dei Pazienti e imprese e’ stato raggiunto un importante risultato: diffusione delle informazioni e prevenzione con test per Epatite C e sierologico per Sars-CoV-2. Come Istituzioni siamo presenti, non solo fisicamente, ma anche sostenendo e amplificando il messaggio di prevenzione che deve essere portato avanti con piu’ forza nei prossimi mesi”, ha affermato il Viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. “L’attivita’ di screening e, in generale, la prevenzione sono una delle grandi potenziali per il Servizio Sanitario Nazionale. Questa di oggi a Roma e’ un’iniziativa egregia: mette al centro la salute e, inoltre, sensibilizza sia la popolazione che il Ministero per fare in modo che lo screening per l’Epatite C diventi realta’ nel minor tempo possibile, avendo gia’ investito risorse. Siamo convinti che la prevenzione sia un asset importante a beneficio sia delle condizioni di salute che per una riduzione dei costi nella sanita’. Attendiamo il prosieguo di questa iniziativa anche in altre citta’, a partire da quelle maggiormente colpite dalla pandemia, come Bergamo” ha dichiarato l’On. Elena Carnevali, XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati. “Gli screening sono una delle pratiche piu’ convenienti in medicina e in sanita’ pubblica, per questo devono essere incentivati il piu’ possibile. In questo caso e’ tanto piu’ necessario conoscere la situazione sierologica per evitare eventuali nuovi piccoli focolai di Covid e per avviare al trattamento i pazienti affetti da Epatite C. Lo screening per l’Epatite C e’ una tappa fondamentale nell’approccio a questa patologia. Iniziative come quella di oggi sono dunque di estrema rilevanza e sara’ importante che giungano in diverse aree d’Italia: la tappa di Napoli sara’ un punto di riferimento per tutto il Sud” ha commentato l’On. Paolo Siani, XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati.

“Il Covid ha portato in auge numerose problematiche latenti che oggi sono in maggiore evidenza. Questa indagine sierologica e’ fondamentale perche’ ci permette di fare screening per limitare i contagi e scovare il sommerso che e’ assai frequente in queste patologie, Covid-19 ed Epatite C. La prevenzione e’ dunque fondamentale e in Commissione Sanita’ del Senato stiamo lavorando per aumentare iniziative di questo tipo” ha evidenziato il Senatore Gaspare Marinello, 12a Commissione Igiene e Sanita’, Senato della Repubblica. “Fare screening significa adottare uno strumento che permette di monitorare meglio la salute dei cittadini e di generare una crescita del Servizio Sanitario Nazionale e una sostenibilita’ dello stesso. L’iniziativa di oggi e’ importantissima ed e’ fondamentale che si estenda ad altri centri, anche oltre a quelli previsti: per questo proporro’ al Governatore del Piemonte Alberto Cirio di realizzarla anche nella nostra regione. A livello nazionale, dobbiamo dar seguito all’emendamento al Decreto Milleproroghe votato a febbraio e faccio appello al Ministro Speranza affinche’ firmi al piu’ presto il decreto attuativo per poter utilizzare i fondi” ha evidenziato la Senatrice Maria Rizzotti, 12a Commissione Igiene e Sanita’, Senato della Repubblica.

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