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Da centro money transfer di Andria soldi per finanziare la Jihad

Quattro gli arrestati dai finanzieri nel comune del nord barese perché considerati presunti finanziatori del terrorismo internazionale

Pubblicato:05-07-2021 13:56
Ultimo aggiornamento:05-07-2021 13:56
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guardia di finanza
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BARI – Avrebbero usato un centro money transfer di Andria, nel nord barese, per spedire denaro destinato a sostenere le attività delle organizzazioni jihadiste in Siria i quattro arrestati dai finanzieri nel comune del nord barese perché considerati presunti finanziatori dei gruppi combattenti anti governativi. Si tratta di persone di età compresa tra i 42 e i 29 anni ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di finanziamento del terrorismo internazionale. È quanto accertato dalla complessa e delicata indagine avviata dopo una specifica attivazione di Eurojust che ha inoltrato, attraverso la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo alla Dda di Bari, una segnalazione dell’Autorità giudiziaria francese relativa a possibili operazioni di finanziamento del terrorismo internazionale.

L’Autorità giudiziaria d’Oltralpe aveva accertato che due persone residenti ad Andria, il 10 gennaio di quattro anni fa avevano effettuato in un’agenzia di money transfer, due trasferimenti di denaro pari a 950 euro ciascuno ed eseguiti a tre minuti di distanza l’uno dall’altro in favore di un cittadino libanese di 37 anni considerato un “collettore di denaro a disposizione dei cosiddetti foreign terrorist fighters“, spiegano gli inquirenti. Da qui il nome dell’indagine ‘Il Libanese‘ che ha permesso di scoprire l’esistenza di “un gruppo criminale strutturato” con base operativa ad Andria specializzato nel finanziamento di attività terroristiche di matrice internazionale.

In particolare, gli investigatori hanno approfondito segnalazioni di operazioni sospette trasmesse dal Nucleo speciale di polizia valutaria della guardia di finanza ed effettuato indagini finanziarie con intercettazioni telefoniche, perquisizioni e analisi della documentazione sequestrata. Gli approfondimenti svolti hanno permesso di accertare che il 30enne e il 42enne impiegando il circuito finanziario “money transfer operators”, avevano inviato denaro contante in favore di persone che si trovavano in “Stati a rischio terrorismo”, tra cui Serbia, Turchia, Germania, Emirati Arabi, Albania, Russia, Ungheria, Giordania e Tailandia. I 42 collettori stranieri individuati avrebbero ricevuto finanziamenti, tramite la stessa agenzia money transfer e nello stesso periodo temporale, anche da parte del 32enne e del 29enne che “erano in stretto collegamento” con gli altri due. Le transazioni finanziarie avevano quasi tutte le stesse caratteristiche ovvero importi artatamente frazionati, date di espletamento, beneficiari, agenzie di money transfer e ricorso a prestanome per raggirare la normativa antiriciclaggio ed evitare il rischio di segnalazione di operazioni sospette all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia. Ulteriori accertamenti hanno consentito, infine, di far emergere “un ancor più inquietante quadro relativo a più di mille operazioni di invio di denaro” fatte sempre con lo stesso circuito dei money transfer, in 49 Paesi (anche estero su estero) tra il 2015 e il 2020 aventi quali beneficiari gli stessi collettori stranieri, per un valore di oltre 1 milione di euro.


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