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Mille euro per andare in gita con la scuola, a Genova è polemica

Una settimana in Irlanda per imparare l'inglese e vivere in famiglia, ma l'iniziativa del liceo Colombo esclude cinque ragazzi. Il preside: "Pagato il viaggio a chi non poteva"

Pubblicato:05-05-2023 09:48
Ultimo aggiornamento:05-05-2023 14:30

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GENOVA – Circa mille euro a studente per partecipare alla gita scolastica. È il viaggio di istruzione a cinque stelle per cui stanno partendo oggi due classi del Liceo Colombo di Genova, uno del classico e una del linguistico, entrambe del terzo anno. Direzione Irlanda, per un’esperienza di scuola in lingua e una settimana di vita in una famiglia locale. A casa, però, secondo quanto raccontato all’agenzia Dire, sono rimasti cinque studenti, fermati dai costi troppo elevati per un’attività formativa. La denuncia arriva dalla Rete degli studenti medi. Il preside del Colombo respinge, però, le accuse: “Non è un viaggio di istruzione, ma un soggiorno linguistico. I 900 euro che abbiamo chiesto sono in linea con i prezzi del mercato“. Non solo: “Abbiamo anche pagato una quota per una famiglia che non poteva“.

LA PROTESTA DEGLI STUDENTI

“La cifra sicuramente non è elevata per l’esperienza in sé, visto che comprende anche l’aereo- riconosce il coordinatore metropolitano del sindacato degli studenti, Francesco Devoti- ma lo diventa per un’attività che rientra tra le attività formative della scuola pubblica, che non possono essere un privilegio non accessibile a chi non ha i mezzi economici. In questo modo, gli ultimi resteranno gli ultimi, se i primi sono irraggiungibili“. Gli studenti spiegano che la proposta è arrivata dal corpo docente, approvata in collegio docenti e avallata dal consiglio d’istituto.

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“Si tratta di una situazione che evidenzia la mancanza di attenzione verso le fasce meno abbienti e una visione intrinsecamente classista della scuola– rimarca Devoti- non è possibile che tutto questo venga ritenuto normale. La rabbia è molta, stare in silenzio di fronte a questi eventi vorrebbe dire rimanere indifferenti di fronte alle diseguaglianze che ci circondano, che vanno chiamate con il loro nome: ingiustizie. Questo sono. Non può chiamarsi pubblica una scuola che permette di godere di esperienze belle e formative come i viaggi d’istruzione solo a chi può permetterselo, privandone, di fatto, chi si trova in situazioni di difficoltà”.


Gli studenti chiedono l’intervento delle istituzioni “per limitare, fino a eradicare del tutto, situazioni del genere, che evidenziano le storture del nostro sistema e dimostrano plasticamente la scarsa attenzione verso quella funzione di ascensore sociale che la scuola sta via via perdendo- aggiunge Cesare Barbano, responsabile organizzazione della Rete di Genova- esigiamo di essere ascoltati: l’istruzione non deve essere un privilegio di pochi e poche, ma un diritto di tutti”.

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IL PRESIDE DEL ‘COLOMBO’: “PAGATO IL VIAGGIO A CHI NON POTEVA

Respingo le accuse della Rete degli studenti, quello che hanno detto è molto impreciso. Non si tratta di una gita scolastica o di un viaggio di istruzione, ma di un soggiorno linguistico, che prevede che gli studenti frequentino al mattino corsi di lingua in scuole convenzionate e passino il resto del tempo in famiglie ospiti, con vitto e alloggio per tutta la settimana di durata dello stage”. Così, all’agenzia Dire, il dirigente scolastico del Liceo classico e linguistico “Cristoforo Colombo” di Genova, Luca Barberis, replicando alle accuse della Rete degli studenti medi sul viaggio di due classi in Irlanda, costato circa mille euro a studente. “L’imprecisione- sottolinea- è abbastanza decisiva perché la gita scolastica o il viaggio di istruzione sono cose diverse rispetto al soggiorno linguistico, che è offerto in più e per cui è prevista l’adesione volontaria“.

Il preside spiega che “i costi sono legati alle diverse voci che questa esperienza comprende dal trasporto aereo ai transfer in pullman, dal costo della scuola a quello della famiglia. I 900 euro che abbiamo chiesto sono in linea con i prezzi del mercato: abbiamo fatto richiesta a cinque diverse agenzie, non ci siamo affidate al primo che è arrivato o al cinque stelle perché ci stava più simpatico“. Il dirigente, inoltre, precisa che sono partiti 36 studenti su un totale delle due classi di 40 alunni. “Ma non so se gli altri quattro non siano andati per problemi economici”, chiosa Barberis. Che, poi, tiene a sottolineare come il suo istituto abbia cercato la massima inclusività nell’organizzazione dell’iniziativa. “Per questa esperienza è partito anche un ragazzo con disabilità in sedia a rotelle- racconta- e la scuola si è fatta anche completamente carico del pagamento della quota per una famiglia che non aveva le possibilità economiche di sostenere la spesa”. Quest’ultimo aspetto, prosegue Barberis, si colloca all’interno di una precisa strategia del “Colombo” che “circa due mesi fa ha approvato un regolamento di solidarietà che consente alle famiglie che sono in difficoltà economica di avere il sostegno necessario per far partecipare i figli ai viaggi di istruzione. Basta fare domanda e se si rispettano i criteri Isee il consiglio d’istituto approva il contributo”. Infine, il preside rimarca che “nessun rappresentante degli studenti si era fatto vivo prima di oggi per lamentarsi dell’organizzazione di questa esperienza”.

FERRO: “DA ‘COLOMBO’ PROPOSTO MIGLIOR PACCHETTO

“Non appena sono venuta a conoscenza del fatto, mi sono immediatamente messa in contatto tramite l’Ufficio scolastico regionale con il dirigente dell’istituto in questione. Quest’ultimo, come già emerso, mi ha assicurato che quello proposto è stato il miglior pacchetto possibile per un soggiorno linguistico di questo genere. Nonostante ciò, certamente dispiace se alcuni studenti sono stati tagliati fuori per il costo eccessivo della gita anche se organizzata in buona fede“. Così, all’agenzia Dire, l’assessore alla Scuola e alle Politiche giovanili della Regione Liguria, Simona Ferro, sul caso del soggiorno linguistico organizzato dal Liceo Colombo di Genova. “Da assessore regionale- assicura Ferro- lavorerò per cercare di evitare il ripetersi di situazioni simili, confidando in proposte future da parte degli istituti che vengano incontro alle esigenze di ogni singolo alunno”. 

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