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A Roma il sit-in di Amnesty a sostegno dei dissidenti russi: “Basta carcere”

Noury (portavoce): "Fino a 15 anni anche per dei cartelli bianchi"

Pubblicato:05-05-2022 19:43
Ultimo aggiornamento:05-05-2022 19:43

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ROMA – “Sono contro la guerra con l’Ucraina” e “Basta alla repressione del dissenso in Russia” sono alcune delle scritte che i manifestanti, in un sit-in organizzato da Amnesty International a Roma, espongono per denunciare la politica di Mosca di punire chiunque contesti l’attuale conflitto ucraino. Tra i cartelli, però, ce ne sono anche alcuni completamente bianchi perché “le autorità russe arrestano persino chi espone quelli”, dichiara all’agenzia Dire Riccardo Noury, il portavoce di Amnesty. Il sit-in si svolge davanti la Biblioteca nazionale centrale in via di Castro Pretorio, non lontano dalla sede dell’Ambasciata della Federazione russa a Roma, e ha attirato una settantina di partecipanti. L’evento rientra nella mobilitazione organizzata da Amnesty dall’1 all’8 maggio in varie città italiane a sostegno dei dissidenti russi.

Il portavoce dell’organizzazione dice ancora: “I cartelli alle mie spalle sono gli stessi che i manifestanti e le manifestanti hanno provato a mostrare in Russia per dichiarare di essere contro la guerra. E anche per cartelli vuoti rischiano fino a 15 anni di reclusione“.

Dal 24 febbraio scorso, giorno dell’aggressione russa nella regione ucraina del Donbass, migliaia di persone sono scese in piazza in molte città della Russia per contestare l’intervento armato. Amnesty riferisce che le proteste, del tutto pacifiche, sono state disperse con una forza eccessiva e non necessaria. Da allora, “le autorità russe stanno punendo il dissenso- avverte Noury- e oltre 15mila persone sono state arrestate attraverso leggi vecchie e nuove, tra cui il reato di denigrazione delle forze armate”, la nuova norma con cui viene perseguito chi contesta la guerra. Tra le leggi preesistenti invece, l’organismo internazionale riferisce che si applicano quelle “dal contenuto vago e generico”, come quelle che vietano la “diffusione di notizie false”. “Questo atteggiamento- conclude il portavoce- significa che la libertà di espressione in Russia è completamente negata”. Il presidio romano si è tenuto in contemporanea con quello di Milano, nei pressi del consolato di Russia in piazza Segesta.


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