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Dai disturbi del sonno a emicrania e ictus, ecco i temi del 62esimo Congresso SNO

La scommessa della Società scientifica: "Riorganizzare i servizi territoriali e la presa in carico attraverso reti cliniche nelle patologie neurologiche"

Pubblicato:04-07-2023 12:56
Ultimo aggiornamento:11-09-2023 12:20

Sno
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ROMA – Disturbi del sonno, ictus, demenze, emicrania e sclerosi multipla, con un occhio rivolto soprattutto agli avanzamenti della ricerca e alle ultime terapie disponibili per queste patologie, fino alle opportunità di prevenzione e cura attraverso sistemi di intelligenza artificiale, robotica e telemedicina, per una migliore assistenza anche a casa e non solo in ospedale. Ma anche medicina di genere, bioetica e cure palliative, con sessioni dedicate a tematiche più trasversali come la formazione dei giovani neurologi.
Non solo: ampio spazio ai principali opinion leader di settore, con un ospite d’eccezione, il professor Vittorio Gallese, che terrà una lettura magistrale sul nostro rapporto con le immagini digitali. Infine, la parte ‘politica’, per discutere e confrontarsi sulle risorse sanitarie messe a disposizione dal PNRR e la riorganizzazione dei servizi territoriali con il DM77, per gestire al meglio i percorsi clinico-assistenziali attraverso i diversi setting di cura nelle fasi di malattia. Di tutto questo si discuterà in occasione del 62esimo Congresso Nazionale delle Scienze Neurologiche Ospedaliere (SNO), che si terrà a Firenze dal 27 al 30 settembre 2023. All’evento, in programma presso il Palazzo degli Affari, sono attesi circa 350 relatori da tutta Italia e ospiti internazionali, con 6 sessioni plenarie e 39 simposi paralleli. Inoltre saranno 65 le comunicazioni orali e circa 70 gli e-poster presentati per dare spazio ai giovani ricercatori. Per saperne di più la Dire ha intervistato il dottor Pasquale Palumbo, presidente del Congresso.



Quali saranno i principali temi che saranno affrontati durante il Congresso?

“Il Congresso abbraccerà molti aspetti che caratterizzano la Neurologia, la Neuroradiologia e la Neurochirurgia, ma affronterà argomenti anche più trasversali come la Bioetica, le cure palliative, la Neuroncologia, la Medicina di Genere, la Neuroestetica e la Neurobiologia del comportamento. Non mancheranno poi i temi di grande impatto epidemiologico, come l’ictus e la demenza, ma anche alcune patologie rare che spesso presentano insidie diagnostiche e complessità nel trattamento e nel follow up. In alcune sessioni del Congresso saranno infine sviluppati temi che riguardano i sistemi di intelligenza artificiale, la telemedicina e tutto ciò che ha a che fare con la robotica”.

Quali, in particolare, i focus sui quali vi concentrerete?


“Parleremo in particolare di quegli argomenti oggetto di grandi avanzamenti e innovazioni terapeutiche negli ultimi anni, come le patologie del sonno, l’emicrania e la sclerosi multipla”.

A proposito di disturbi del sonno, quanti sono gli italiani che ne soffrono?

“I disturbi del sonno sono molto frequenti, basti pensare che quasi un italiano su 3 dorme un numero di ore insufficiente e uno su 7 riporta una qualità insoddisfacente del proprio sonno. Tali disturbi possono presentarsi a tutte le età, anche nei giovani, dove il sintomo più frequente è la difficoltà all’addormentamento; oppure negli anziani, dove invece sono più tipici i risvegli notturni. In questo ambito gli studi che si stanno conducendo ma soprattutto i risultati che si stanno ottenendo sono molto interessanti e vanno nell’ottica di un miglioramento significativo nelle possibilità di cura e della qualità della vita”.

Sta avvenendo lo stesso per l’emicrania?

“Sì, tutte le forme di emicrania che noi tradizionalmente consideravamo resistenti ai trattamenti convenzionali, oggi possono essere trattate in modo mirato ed efficace con terapie di profilassi che cercano in qualche modo di prevenire l’attacco oppure che agiscono sull’attacco stesso in acuto per risolvere la fase del dolore”.
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Quanto ai pazienti affetti da sclerosi multipla, invece, di quali trattamenti possono avvalersi oggi?

“Possono avvalersi di trattamenti molto efficaci: la sclerosi multipla, attraverso gli avanzamenti della ricerca e delle terapie disponibili, è una malattia che non si sviluppa più come una volta, perché i nuovi farmaci sono in grado di cambiare la storia della malattia riducendo il rischio nei pazienti, che sono in prevalenza donne spesso in giovane età, di esiti invalidanti con gravi ripercussioni cliniche, assistenziali, psicologiche e sociali”.

L’evento sarà ‘impreziosito’ dalla presenza di opinion leader e autorevoli neurologi italiani di fama mondiale, che terranno lezioni magistrali. Uno su tutti, il professor Vittorio Gallese. Di cosa parlerà?

“Sono molto orgoglioso che il neuroscienziato italiano Vittorio Gallese, docente presso l’Università degli Studi di Parma e la Columbia University di New York, figura di grande livello e prestigio a livello internazionale, abbia accettato il nostro invito per aprire il 62esimo Congresso SNO con una sua lettura magistrale, dal titolo: ‘Visioni digitali: l’esperienza di sé e degli altri nell’era della rivoluzione digitale’. Gallese discuterà sul nostro rapporto con le immagini digitali, in quanto rappresentazioni visive dematerializzate della realtà che noi viviamo. La sua tesi è che la tecnologia è sempre stata un’estensione della mente e che, quindi, la definizione stessa di artificiale è intrinsecamente connessa alla capacità cognitiva naturale”.

In pratica è come se l’artificiale, in qualche modo, facesse già parte delle nostre capacità naturali?

“Esattamente: noi abbiamo già naturalmente un’idea dell’artificiale, cioè di cosa non è considerato ‘reale’, quindi una capacità di sviluppare nuovi dispositivi che si accompagna all’evoluzione di nuove tecnologie cognitive. Sicuramente, attraverso l’intervento di Gallese, potremo dare uno sguardo da vicino ai possibili effetti della digitalizzazione sui processi neurocognitivi coinvolti nella comunicazione sociale, così come nella costituzione del senso di sé e della propria identità, specialmente in relazione al tempo maggiormente trascorso davanti a strumenti digitali. Pensiamo in questo senso alla pandemia, che ci ha costretti a vivere a maggior contatto con la realtà virtuale, con sistemi che si sono poi integrati con la nostra realtà quotidiana”.

Qual è l’obiettivo del Congresso e quale il messaggio che i neurologi vogliono lanciare, anche in riferimento a PNRR e al DM 77/2022?

“Il messaggio che vogliamo lanciare è che il mondo dei professionisti delle Neuroscienze è pronto ad affrontare le sfide che ha davanti, di cui la maggiore è quella di gestire i percorsi clinico-assistenziali attraverso i diversi setting di cura nelle fasi di malattia. Questo vuol dire che dovremo sempre di più essere in grado di saper assistere il paziente con continuità, quindi non erogando servizi che siano dei segmenti tra loro disconnessi, ma un insieme di prestazioni che possano migliorare la qualità della cura. Una patologia non dobbiamo pensarla solo in ospedale, ma anche nel territorio e a domicilio, dove il paziente vive la maggior parte del proprio tempo”.

Qual è, quindi, la scommessa?

“Riorganizzare i servizi territoriali e la presa in carico attraverso reti cliniche nelle patologie neurologiche acute e croniche. Al Congresso su questi tema sarà prevista una sessione ad hoc, dal titolo ‘Le prospettive delle Neuroscienze in Italia’, alla quale prenderanno parte clinici, neurologi, ricercatori del management sanitario e di Agenas”.

Spazio infine ai giovani, con la sezione SNO Giovani. In che modo saranno coinvolti nel Congresso?

“I giovani neurologi rappresentano il nostro futuro, quindi non possiamo non avere un occhio particolare per loro. Al Congresso è prevista la sessione dal titolo ‘I bisogni e le necessità formative e professionali dei giovani nelle Neuroscienze’: il tema è dunque quello della formazione, molto importante per il nostro lavoro e in particolar modo per i giovani, perché devono essere sempre più al passo con i tempi in una realtà che cambia rapidamente, soprattutto sotto il profilo degli aggiornamenti scientifici. In questa sessione si parlerà della metodologia ‘Delphi-consensus’, un metodo qualitativo che consente di ottenere le opinioni degli esperti selezionati su un determinato ambito di ricerca (come per esempio l’opportunità di utilizzo di farmaci o terapie) attraverso la discussione della letteratura scientifica e della pratica in real life”.

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