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In ‘Affari di libri’ dieci scrittori si raccontano a Mariagloria Fontana

Giovedì 5 maggio alle 18.30 la presentazione del volume alla libreria 'Eli' di Roma

Pubblicato:04-05-2022 13:23
Ultimo aggiornamento:04-05-2022 13:23

mariagloria fontana
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ROMA – Dieci ritratti di scrittrici e scrittori tra professione e vita privata, strumenti del mestiere e ossessioni. Li ha scritti la giornalista, conduttrice radiofonica e autrice, Mariagloria Fontana, in ‘Affari di libri‘ (Giulio Perrone editore) che sarà presentato giovedì 5 maggio alle 18.30 alla libreria Eli, in viale Somalia a Roma. Nelle interviste cinque scrittrici (Teresa Ciabatti, Viola Di Grado, Chiara Gamberale, Lisa Ginzburg, Nadia Terranova) e cinque scrittori (Roberto Cotroneo, Andrea Pomella, Marco Missiroli, Luca Ricci, Emanuele Trevi) si sbarazzano delle loro storie e dei loro personaggi e raccontano se stessi.

“Sono un itinerario alla scoperta di una generazione recente di autori che contribuiscono con le loro parole a raccontare il romanzo italiano sempre in prossimità tra finzione e biografia – scrive Fontana nella prefazione – Interviste composte da una miscellanea di umanità, sentimenti, empatia e conversazioni più ortodosse su letteratura, vita, stili di scrittura“.

– Come è nato il libro?


“Da diversi anni intervisto scrittrici e scrittori nell’omonimo programma radiofonico che conduco su Radio Radio e Radio Radio TV. Mi era stato detto da loro stessi che sarebbe stato bello avere un libro in cui ritrovare i dialoghi di quelle chiacchierate. Interessava anche a me andare oltre il tempo concesso in radio e poter approfondire le loro vite, i loro processi di scrittura, sull’esempio delle grandi interviste della ‘The Paris Review’. Con alcuni di loro si sono create amicizie, rapporti che sono andati oltre l’intervista radiofonica. Così ho deciso di mettere insieme i più brillanti autori della narrativa italiana e li ho incontrati in caffè, librerie, case.

– Alcune interviste sono più intime, come quelle a Teresa Ciabatti o Chiara Gamberale, altre più incentrate sui processi creativi, come quella a Viola di Grado.

“Le interviste sono l’amalgama di diversi incontri. Ho ascoltato molto tutte le persone incontrate, lasciando che la conversazione seguisse il flusso. Non volevo fossero interviste a tavolino. Direi che li accomuna la voglia di raccontarsi trasfigurando se stessi. Per esempio Ciabatti gioca molto con il suo alter ego, ma dietro c’è un grande lavoro.

– Attraverso queste conversazioni qual è l’aspetto che ha cercato di evidenziare?

“Parafrasando una risposta che mi ha dato Nadia Terranova, direi l’abisso. La scrittura come strumento per sondare l’abisso, per incontrare sé stessi attraverso le vite degli altri. D’altronde è ciò che fanno gli artisti, la sofferenza genera arte”.

– In diverse interviste chiedi agli scrittori quali sono i loro demoni.

“È una cosa che disse Faulkner: ‘L’artista è una creatura guidata dai demoni. Non sa perché questi scelgano proprio lui, e di solito è troppo occupato per chiederselo. La sola responsabilità che uno scrittore ha è nei confronti della sua arte’. Nelle inerviste ho cercato i demoni degli scrittori, le loro paure, e le risposte che mi hanno dato sono state tutte interessanti e profonde, fanno emergere l’esistenza che si cela dietro ognuno di loro”.

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