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L’ex legale della famiglia Pasolini: “Chi sa parli, inaccettabile assassini siano ancora ignoti”

"La sua vicenda ricorda quella di Cucchi", spiega l'avvocato Stefano Maccioni. "Pelosi non fu l'unico a ucciderlo, ma c'è molta nebbia in questo caso"

Pubblicato:04-03-2022 17:33
Ultimo aggiornamento:04-03-2022 17:44

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ROMA – “Chi sa delle cose e ha degli elementi esca finalmente fuori per fare chiarezza, perché è inaccettabile che ancora oggi non si siano scoperti i veri assassini di Pasolini“. È l’appello lanciato attraverso la Dire dall’avvocato Stefano Maccioni, già legale della famiglia di Pier Paolo Pasolini, in occasione del centenario dalla nascita dello scrittore, poeta e regista, nato a Bologna il 5 marzo 1922 e morto assassinato all’idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975, in circostanze ancora oggi non del tutto chiare.

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“Con le debite differenziazioni la vicenda ci ricorda quella di Stefano Cucchi – prosegue Maccioni – quindi faccio lo stesso appello che fece allora Grasso: chi sa parli, perché se nessuno parla, pur avendo noi a disposizione tre DNA da comparare, sarà difficile arrivare alla risoluzione“. Secondo l’ex legale, è “praticamente come avere in banca dati tre fotografie che non vengono comparate per vedere di chi sono. È sconvolgente ad un certo punto far calare il sipario avendo invece degli elementi che potrebbero farlo riaprire. L’amarezza è sempre stata questa. Sono passati tanti anni, è vero, forse qualcuno non è più in vita, va bene, è probabile e possibile, ma perché chiudere definitivamente il caso? Anche perché – sottolinea l’avvocato Maccioni – adesso sappiamo un dato certo, cioè che Pelosi non fu l’unico ad uccidere Pasolini, quindi non si tratta più di un delitto sessuale, come si è detto fino al 2008, ma lo scenario è cambiato e sappiamo tante cose”.


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La vicenda dell’assassinio di Pasolini, è ferma al 14 dicembre 2017, quando la Procura di Roma decise di archiviare nuovamente il caso. Ma c’è una qualche speranza che si riapra? “Per adesso francamente no. A meno che – risponde il legale – esca fuori qualcuno che confessi, non reggendo più il carico morale dopo tutti questi anni di silenzio. Ma non lo ha fatto neppure Pelosi… Certo, alcuni soggetti che potrebbero essere coinvolti sono ancora sicuramente in vita“.

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Rimarrà quindi avvolta nel mistero la morte di Pasolini? “Più che un mistero, la sua morte non potremo definirla in maniera chiara ai nostri figli – risponde ancora alla Dire l’ex legale della famiglia – non potremo raccontare chiaramente loro cosa è accaduto in passato e chi ha ucciso Pasolini. C’è molta nebbia in quella vicenda, così come in tutte quelle legate agli anni della tensione tra il 1970 e il 1980. Non è mai stata fatta chiarezza e sembra che le cose debbano rimanere sempre così. Rimarranno delle ipotesi, ma di certo posso dire con certezza che abbiamo un DNA, misto a quello del sangue di Pasolini, che sicuramente è stato lasciato quella notte sul luogo dell’assassinio. ‘Io so e ho le prove’, parafrasando Pasolini, che quella notte Pelosi non era solo all’idroscalo di Ostia e questo, per me, cambia moltissimo. Poi ognuno – conclude Maccioni – la legga come vuole”.

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