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La salute s’impara a scuola, ecco il progetto di “peer education” targato Sima

L'iniziativa 2023 ha previsto due itinerari di studio: uno sulla salute fisica e un altro sulla salute mentale

Pubblicato:03-07-2023 11:03
Ultimo aggiornamento:03-07-2023 11:05
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Piano per la semplificazione nel settore della scuola
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ROMA – ‘La salute s’impara a scuola‘ rappresenta un percorso di promozione della salute adolescenziale nel contesto scolastico che per il secondo anno consecutivo la Sima, Società italiana di medicina dell’adolescenza, ha portato avanti in un liceo scientifico italiano. Il progetto 2023 ha previsto due itinerari di studio, uno sulla salute fisica e uno sulla salute mentale, rivolti a due gruppi di studenti del Liceo Scientifico Statale ‘G. Salvemini’ di Sorrento, con l’intervento degli esperti sanitari della Sima e delle docenti tutor della scuola. Come evento finale si è tenuta una giornata di studio presso la Sala Consiliare del Comune di Sorrento, l’ 8 giugno, col patrocinio del Comune di Sorrento, guidato dal sindaco Massimo Coppola, in cui gli studenti formati dagli esperti hanno elaborato dei contenuti multimediali (video e slide informative) su quanto appreso nei corsi, che hanno discusso con il pubblico dei loro coetanei, in un’ottica di peer-education.

Cristina Coppola, presidente dell’Associazione Aurora Sorrentina, che ha coordinato il progetto in collaborazione col dottor Carlo Alfaro, consigliere Sima, spiega: “Nel corso dell’anno scolastico gli esperti hanno tenuto delle lezioni in classe a due gruppi di studenti sui temi della salute adolescenziale, dispensando informazioni, materiali e spunti di riflessione e discussione. Alla fine del progetto si è tenuta una giornata di studio aperta a studenti delle scuole sorrentine, docenti, genitori, cittadini, dove i ragazzi formati, sotto la guida dei tutor, hanno discusso degli argomenti appresi, restituendoli alla platea dei loro coetanei. Questo per perseguire l’obiettivo della ‘peer education’, metodologia educativa che consiste nel formare un gruppo di studenti perché diventino ‘peer educators’, cioè portatori di informazioni e messaggi di salute nei confronti degli altri membri del gruppo, dai quali sono percepiti come ‘pari grado’, cioè loro simili, per età, status e problematiche, il che li rende, ai loro occhi, interlocutori credibili e affidabili, degni di rispetto e confidenza”.

DUE PERCORSI DI STUDIO

Carlo Alfaro aggiunge: “Due sono stati quest’anno i percorsi seguiti dagli studenti. Il primo, ‘I seguaci di Ippocrate. Conoscere per aiutare. Il primo soccorso insegnato ai laici’, con docente referente la professoressa Enza Schiazzano, esperti esterni i medici Carlo Alfaro, Francesca Incudine, Luca De Franciscis. Il primo percorso ha posto l’accento sul primo soccorso, quale fase iniziale delle cure di emergenza di cui un malato o infortunato necessitano, prima dell’intervento del Medico. E’ un tempo sempre fonte di ansia e di insicurezza, ma è considerato fondamentale per salvare vite o migliorare gli esiti. Questo corso ha voluto fornire agli studenti strumenti per colmare il vuoto temporale che intercorre tra la manifestazione del problema e la visita medica, fornendo informazioni complete e accurate, rispondendo a domande e dubbi, smontando falsi miti, pregiudizi e paure infondate, incoraggiando scelte e azioni consapevoli, prevenendo errori e rischi, riducendo l’ansia del non sapere cosa fare. La classe coinvolta è stata la IV E dell’indirizzo Bio-Medico. L’altro percorso, ‘Life Long Learning – Orientamento per la vita’ ha avuto quale docente referente la prof.ssa Emanuela Rajola ed esperti esterni il medico Carlo Alfaro e la psicologa Alessia Russo. Studenti dell’Istituto di classi e anni diversi hanno svolto un percorso di apprendimento/orientamento permanente attraverso la conoscenza del funzionamento della propria mente, la scoperta di se stessi, le proprie passioni ed attitudini, i reali interessi scevri dai dettami estemporanei delle mode passeggere. Obiettivo del percorso è stato fornire strumenti utili alla realizzazione del sé nell’iter prima scolastico e poi lavorativo, per essere pronti a inserirsi nel cambiamento e ad approcciarsi al mondo con consapevolezza, autonomia decisionale, autoefficacia e creatività. Si è lavorato con i ragazzi sul concetto di apprendimento come strada al cambiamento, attraverso lo sviluppo di capacità di acquisire, interpretare, assimilare un insieme correlato di informazioni, ma anche di prendere consapevolezza delle proprie emozioni e sentimenti. L’apprendimento deve diventare un processo da mettere in campo costantemente nella vita per rispondere nel modo migliore a sfide e opportunità”.

CITTADINI INFORMATI RENDONO LE CITTA’ LUOGHI PIU’ SICURI

A proposito del progetto ‘I seguaci di Ippocrate’, la dottoressa Francesca Incudine precisa: “Il primo soccorso laico, cioè non per sanitari, che abbiano insegnato agli studenti, mira a trasmettere quali sono i gesti salvavita, come le manovre di disostruzione delle vie aeree o la rianimazione cardio-polmonare, ma anche gli interventi di base in caso di malori o piccoli incidenti. Gli argomenti trattati sono stati molti, quali ferite e medicazioni, traumi e immobilizzazioni, gestione di intossicazioni, emorragie, ustioni, malori improvvisi, cadute, crisi epilettiche, inalazione di corpo estraneo, scosse elettriche o annegamento, crisi metaboliche o cardiache o attacchi allergici. Il corso è stato articolato in 10 incontri di due ore ognuno con integrazione di nozioni teoriche e suggerimenti pratici. Indipendentemente dal fatto se decideranno di intraprendere una professione sanitaria, desiderio che molti degli studenti coinvolti nel percorso hanno manifestato, contribuire a formare cittadini informati sulle manovre di primo soccorso renderanno la casa, il posto di lavoro, la città, luoghi più sicuri. Sapere cosa desta allarme immediato e cosa può lasciare più tempo di osservazione, cosa fare per allertare velocemente i soccorsi, come operare nella loro attesa, in quale posizione di sicurezza porre l’infortunato, rappresentano risorse che potranno tornare loro utili per tutta la vita e renderli inoltre promotori di messaggi di consapevolezza tra familiari, amici, colleghi e conoscenti”.

“Quando ho tenuto l’incontro con i giovani sulle urgenze glicemiche- sottolinea Luca De Franciscis, del Collegio dei Probiviri Sima– mi hanno colpito il clima di consenso ed entusiasmo e la voglia di conoscenza, apprendimento e crescita di questi studenti. Il vantaggio dell’intervento della Sima nelle scuole è riuscire a mettere in contatto diretto il mondo dei saperi medici con il mondo degli adolescenti, che sono i diretti fruitori dei risultati dei nostri studi e ricerche. Abbiamo puntato a creare una ‘comunità di apprendimento’, in cui docenti e studenti hanno cercato di contribuire in maniera cooperativa alla costruzione di conoscenza”.



Vincenza Schiazzano, referente del progetto ‘I seguaci di Ippocrate’ aggiunge: “A integrazione delle lezioni di formazione con i medici, gli studenti hanno svolto laboratori in classe e nelle ore extra-scolastiche, nei quali si sono dedicati alacremente all’approfondimento e allo studio delle materie trattate e all’elaborazione di materiale video e slide per la presentazione al Comune nella giornata finale. Il loro impegno è stato davvero encomiabile. Hanno interiorizzato il messaggio che salvare una vita umana può dipendere proprio dalla tempestività e appropriatezza di un intervento precoce, che consenta alla persona, vittima ad esempio di un incidente o arresto cardiaco, di mantenere ossigenati il cervello e il muscolo cardiaco. Grazie poi alla modalità della peer education, le conoscenze acquisite sono state trasmesse da loro stessi ai loro compagni, utilizzando linguaggi, metodi, percorsi semantici e voci appartenenti agli specifici codici comunicativi dei giovani stessi, attraverso un confronto tra pari fatto di sintonia e autenticità, senza le diffidenze e i timori riverenziali che si possono provare per un docente adulto”.

SALUTE MENTALE E COMPETENZE PERMANENTI

A proposito dell’altro percorso, quello incentrato sulla salute mentale, spiega la dottoressa Alessia Russo: “Life long learning è un percorso esperienziale centrato sull’apprendimento autonomo lungo tutto il corso della vita e sull’orientamento permanente. Ciò richiede un processo di istruzione e di formazione che abbracci tutti gli aspetti della vita e che avvenga in ogni luogo di vita, finalizzato all’acquisizione di competenze permanenti, che possano essere utilizzate in tutte le occasioni in cui debba compiere scelte importanti in ambito personale, sociale, lavorativo. In una società complessa come quella attuale, la conoscenza non può basarsi solo su nozioni curriculari standard, ma deve prevedere la disponibilità di strumenti personali che diano accesso all’acquisizione delle informazioni nei contesti che cambiano e offrono continue necessità di adattamento per realizzare le proprie esigenze e aspirazioni”.

Aggiunge la docente responsabile del progetto, Emanuela Rajola: “Apprendimento e orientamento universale e permanente rappresentano, nel panorama italiano dell’istruzione e della formazione, parte integrante del percorso educativo. Orientarsi significa operare scelte consapevoli e motivate per la propria autorealizzazione, e ciò richiede la capacità di prendere coscienza di sé e di adattare i propri agiti alle mutevoli esigenze della vita. Per ottenere ciò, gli esperti Alfaro e Russo hanno puntato ad aiutare i giovani a focalizzare i propri interessi, motivazioni, potenzialità, abilità, competenze e attitudini e incanalarle nel modo giusto e responsabile per sfruttare opportunità e risorse della realtà circostante e del contesto di riferimento. Attraverso un percorso di auto-lavoro permanente sulla propria istruzione e formazione, il giovane sarà in grado di pianificare e realizzare i propri progetti e definire la futura occupazione e ruolo sociale. Gli esperti hanno proposto agli studenti skills cognitive, emotive e sociali trasferibili da un contesto all’altro, per saper rispondere con strumenti e contenuti adeguati alle richieste che il mondo sociale e lavorativo impone, come la capacità di valorizzare la propria personalità ed esperienza”.

Anna Iaccarino, docente preposta alla funzione strumentale del liceo Salvemini aggiunge: “Entrambi i percorsi seguiti dai ragazzi con gli esperti della Sima, il primo soccorso laico e l’apprendimento lungo tutta la vita, condividono lo stesso spirito: consentire agli studenti di partecipare attivamente alla costruzione di conoscenze/competenze individuali utili alla soluzione di problemi, che siano le emergenze sanitarie o le prospettive sociali, personali e lavorative. Si tratta di progetti che mirano a sviluppare e valorizzare in modo ottimale le potenzialità degli studenti. E la bravura e maturità che hanno dimostrato nell’evento pubblico finale dimostra la validità di questo tipo di intervento per lo sviluppo di personalità consapevoli e responsabili, che li renderanno cittadini autonomi, emancipati e produttivi nelle società del domani”.

Dichiara la presidente Pari Opportunità, Carla Agrillo, che ha accolto i giovani nell’evento dell’8 giugno a nome dell’amministrazione del Comune: “La conoscenza è l’elemento fondante della crescita e dello sviluppo della persona. Questi giovani dimostrano quanto abbiano fatto tesoro delle opportunità conoscitive ricevute nell’ambito dei progetti realizzati, al fine di costruire solide basi per la realizzazione delle proprie aspirazioni. Progetti di educazione alla salute come quello della Sima nella scuola mirano alla costruzione di individualità solide nell’autostima, serene nei rapporti con i coetanei e con le figure di riferimento, dotate di abilità personali di autonomia ed emancipazione, capaci di maturare scelte consapevoli e responsabili per la loro vita presente e futura”.

NUOVE SFIDE PER IL BENESSERE DEGLI ADOLESCENTI

Armando Grossi, presidente Sima, spiega: “Come professionisti della salute dediti allo studio delle problematiche degli adolescenti, sentiamo l’esigenza di confrontarci direttamente con loro attraverso progetti come questi, che escono dai limiti degli ambulatori e degli ospedali per incontrarli nel loro territorio, quale la scuola. Il nuovo panorama imposto dalla pandemia, i cambiamenti tecnologici, la crisi climatica e ambientale, l’accentuarsi delle disuguaglianze, impongono nuove sfide per il benessere degli adolescenti che si sommano a quelle note legate alla delicata fase di passaggio che caratterizza questa età. Tocca a noi sanitari individuare nuove forme di linguaggio per intercettarli e interagire con loro fornendo opportunità di apprendimento, conoscenze, strumenti, competenze per affrontare le sfide dell’età e della vita adulta, sviluppare un’adeguata sensibilità ai temi del benessere personale e collettivo, essere protagonisti di una cittadinanza attiva e consapevole all’interno di società inclusive, giuste e pacifiche”.

Rossella Gaudino, presidente eletto Sima, aggiunge: “Il nostro intervento a scuola come Società di medicina dell’adolescenza è strutturato in modo da insegnare agli studenti a ‘imparare ad apprendere’, ossia acquisire una sorta di ‘chiave interpretativa’ che fornisce il giusto approccio per integrare le informazioni nel vissuto quotidiano ed esperienziale e utilizzarle al momento opportuno. I nostri percorsi con gli studenti mirano ad arricchire il loro bagaglio formativo di conoscenze teoriche e al contempo strumenti idonei a migliorare autostima, abilità relazionali e di comunicazione, competenze e risorse, accrescimento di valori come il rispetto reciproco, la fiducia, la cooperazione, la libertà. Il legame della scuola con il territorio, la dimensione interdisciplinare e interculturale, il dialogo e l’osservazione quotidiani con i ragazzi, la possibilità di costruire percorsi cognitivi mirati, sono aspetti che rendono la scuola sede elettiva per la realizzazione delle nostre finalità”.

Giovanni Farello, vicepresidente Sima: “L’adolescenza, dal latino ‘adolescere’ che significa ‘crescere’, è la fase della vita durante la quale avviene la transizione dallo stato di bambino a quello di giovane adulto, grazie alla conquista di abilità e competenze biologiche e psicologiche che definiscono la condizione di adulto. L’assoluta peculiarità di questa epoca di tumultuose trasformazioni e cambiamenti espone gli individui a rischi specifici per la salute che i giovani, ormai più consapevoli di se stessi rispetto alle epoche di vita più precoci, devono conoscere per saper prevenire e identificare insidie e problemi, trovare soluzioni, risolvere disagi e conflitti. Gli adolescenti rappresentano la parte più viva della società ma anche quella più esposta a crisi e sfide. Il corpo diventa in questa età spazio di sperimentazione e campo di battaglia per disagi e conflitti. Intervenire precocemente con giuste informazioni può aiutare i giovani a sviluppare una sana consapevolezza e cultura su temi socio-sanitari che li riguardano, al fine di maturare atteggiamenti e comportamenti corretti da perpetuare anche nel loro futuro”.

“I percorsi di educazione alla salute destinati ai nostri studenti qualificano la scuola come luogo di promozione di benessere e salute- aggiunge la dirigente scolastica del Salvemini, Patrizia Fiorentino– La scuola rappresenta l’agenzia educativa nella quale la popolazione giovanile si trova a vivere gli anni decisivi per la propria formazione valoriale e le future scelte di vita, e ciò la rende setting privilegiato di promozione della salute, attraverso interventi informativi/formativi utili ad aumentare la consapevolezza della comunità giovanile un ambiente sicuro e accogliente di apprendimento cooperativo e di attività positive comuni. Gli interventi effettuati in ambito scolastico hanno il vantaggio di raggiungere contemporaneamente un’ampia platea di giovani che condividono lo stesso contesto sociale in maniera quotidiana e continuativa. Riconoscere nella scuola il luogo ideale per un intervento di prevenzione primaria della salute significa non solo inserire l’educazione alla salute fisica e psichica nell’offerta formativa, ma, in un approccio più ampio, riconoscere la promozione della salute come finalità sottesa a tutto il curricolo formativo. Per questo i progetti proposti sono stati ancorati alle normali attività curriculari, in modo da potenziare gli apprendimenti e collegarli all’acquisizione delle competenze previste in esito al percorso scolastico. La scuola dimostra in tal modo di recepire la sfida di allargare la propria responsabilità educativa a nuovi ambiti trasversali, per attuare un processo virtuoso di arricchimento dell’intera comunità”.

Ospiti speciali della giornata finale di studio sono stati la signora Rosaria De Vitiis, referente per la Regione Campania dell’associazione di volontariato ‘Comitato Fibromialgici Uniti – Italia’ (Cfu – Italia Odv), che rappresenta e tutela sul territorio nazionale gli interessi morali e materiali dei soggetti affetti da sindrome fibromialgica, elettrosensibilitá, sensibilità chimica multipla, sindrome da fatica cronica/encefalomielite mialgica, con la proiezione del toccante cortometraggio sulla fibromialgia ‘L’armatura invisibile’ e i rappresentanti del Comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri di Caserta, per presentare assieme il progetto ‘Piantiamo la salute’.
“Il progetto formativo che la nostra associazione porta avanti nelle scuole italiane assieme ai Carabinieri che si occupano della tutela dell’ambiente culmina con la messa a dimora nei giardini delle scuole di un albero, con la forte valenza simbolica di sensibilizzare gli alunni sull’importanza di coltivare comportamenti virtuosi nel rispetto dei boschi e della salute pubblica- spiega De Vitiis- L’obiettivo è creare un ‘bosco diffuso’ nelle scuole italiane che testimoni l’apertura delle giovani menti alla consapevolezza dei temi della salute e dell’ambiente”. Non poteva mancare in un percorso destinato all’implementazione della salute in età adolescenziale a scuola il riferimento all’importanza della tutela di ambiente e sostenibilità ai fini della promozione del benessere umano integrale”.

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