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Confcommercio Rimini: zero par condicio sulle fiere, Bologna vuol fagocitare

Il presidente Gianni Indino: "Non siamo il parente povero, chiediamo il rispetto dei patti"

Pubblicato:03-06-2021 16:18
Ultimo aggiornamento:03-06-2021 16:19

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BOLOGNA -Oramai volano gli stracci tra Rimini e Bologna sulle ragioni dello stallo nella trattiva per l’integrazione tra le fiere. Dopo le dure parole pronunciate dal presidente di Confcooperative Bologna, Daniele Ravaglia, che attribuisce lo stallo del progetto a una contesa su governance e poltrone, prende la parola Gianni Indino, presidente di Confcommercio Rimini. “Rimini in questa partita non chiede altro che il rispetto degli accordi presi, ovvero una governance paritaria, senza tentativi di fagocitazioni o scatti in avanti da parte del capoluogo regionale. La fusione è fortemente auspicabile per il processo di sviluppo del comparto, ma non può essere svilita da uno dei due partner con una narrazione non veritiera delle cose”, replica Indino. “Non credo che chiedere una governance divisa al 50%, almeno nella fase di avvio del progetto di fusione sia un crimine di lesa maestà. Le accuse, non certo velate, arrivate in questi giorni da Bologna, l’ultima delle quali da Confcooperative provinciale, sono del tutto fuorvianti”, sbotta il numero uno dei commercianti della città romagnola.

Dire che Rimini vuole ascrivere a sé la governance fieristica non è veritiero. Sono state fatte numerose illazioni, dai conti alle strutture, tutte illogiche per chi conosce la realtà dei fatti”, sostiene Indino. “Ieg è compagine solida, un’autentica eccellenza non solo sul nostro territorio e per il nostro turismo, ma sul panorama internazionale, e non ci stiamo a passare per il parente povero”, avverte Indino.

Ho sentito insinuare che questa fusione serve a Ieg per incamerare risorse, mentre Rimini è l’unica fiera in Italia che non chiede soldi ai soci, anche ora, nonostante il pesante calo di fatturato dovuto all’emergenza Covid-19 che ha costretto Ieg a chiudere il bilancio 2020 con 11,3 milioni rispetto all’utile di 12,9 milioni del 2019″, scandisce l’imprenditore. “Ieg è competitiva e in salute e oggi, ritrovate tutte le condizioni per ripartire, c’è molta fiducia nel futuro con la calendarizzazione dei nuovi eventi”, assicura il presidente di Confcommercio. “Se i problemi non possono essere ascritti a conti e strutture, come abbiamo visto, si attacca la governance. Quando da Bologna tramutano la legittima richiesta di un assetto dirigenziale alla pari in accuse di ‘campanilismo’ e ‘banale questione di poltrone’, evidentemente dimenticano il know-how che ha reso Rimini una delle fiere più importanti a livello internazionale, grazie ad un management capace negli anni di dare una sferzata decisiva allo sviluppo del settore”, rivendica Indino. “Dovremmo fare finta di niente?


Rimini in questa partita non chiede altro che il rispetto degli accordi presi, senza tentativi di fagocitazioni o scatti in avanti da parte del capoluogo regionale. La fusione è fortemente auspicabile per il processo di sviluppo del comparto, ma non può essere svilita da uno dei due partner”, ammonisce.

“Dalle dichiarazioni rilasciate, si sta cercando di cambiare le carte in tavola e non ne capiamo il motivo. Se a Bologna ci sono problemi, li risolvano in casa e poi si risiedano al tavolo. Di certo noi siamo al fianco di Ieg che insieme a tutta la città di Rimini non ci sta ad una narrazione non veritiera delle cose”, conclude.

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