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Raid Usa su Iraq e Siria, “colpiti 85 obiettivi legati all’Iran”

Siria e Iraq hanno denunciato l'"aggressione americana" e minacciano consuguenze. I raid partiti in risposta alle bombe su una base statunitense in Giordania che hanno ucciso tre soldati

Pubblicato:03-02-2024 18:26
Ultimo aggiornamento:04-02-2024 15:36

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ROMA – “Almeno 85 obiettivi” collegati ad attività dei Corpi delle Guardie della rivoluzione islamica iraniana sono stati colpiti in raid aerei condotti dagli Stati Uniti in Iraq e in Siria: lo ha riferito lo US Central Command, il Comando centrale delle forze americane.

LA “RISPOSTA” È PARTITA DOPO LE BOMBE SU BASE USA IN GIORDANIA

In una sua comunicazione si riferisce che l’operazione è partita ieri a seguito dell’uccisione di tre soldati durante un bombardamento con drone su una base statunitense in Giordania.
La nostra risposta è cominciata” ha detto ieri sera il presidente americano, Joe Biden. “Continuerà quando e dove vorremo”.

IL BOMBARDAMENTO IN GIORDANIA RIVENDICATO DA GRUPPO ‘RESISTENZA ISLAMICA”

Secondo il Central Command, a compiere i raid sono stati “molti aerei, compresi bombardieri strategici a lungo raggio partiti dagli Stati Uniti”. Colpiti, stando a questa versione, centri di comando e controllo, basi di intelligence, magazzini di armi e altre strutture legate a milizie o unità della Forza Quads, un corpo di elite delle Guardie rivoluzionarie di Teheran. Il bombardamento in Giordania era stato rivendicato da un gruppo denominato Resistenza islamica in Iraq.


Dopo i raid di ieri, i media di Stato siriani hanno denunciato “un’aggressione americana” che ha provocato morti e feriti. A protestare anche l’Iraq, attraverso il portavoce militare Yahya Rasool, citato anche dall’emittente Al Jazeera. “Questi raid aerei”, ha denunciato l’ufficiale, “costituiscono una violazione della sovranità dell’Iraq e pongono una minaccia che potrebbe avere conseguenze nefaste per l’Iraq e per la regione”.

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