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Renzi vuol sostituire Conte (con Franceschini). Stallo nel M5S: da “puri e forti” a “puri ma morti”?

L'editoriale di Nico Perrone per Direoggi

Pubblicato:03-02-2020 16:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:56

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ROMA – Ormai è lotta al coltello. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ha scoperto le carte: nel mirino c’è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Il tema spinoso è quello della prescrizione, della riforma della Giustizia del ministro Bonafede che ha fatto il pieno… di critiche, a partire dal mondo giudiziario.

Renzi ha detto e ridetto che, se costretto, alla fine voterà contro. E al Senato la maggioranza andrebbe sotto con il rischio di crisi di Governo. Tutti aspettano la mossa del premier, che mercoledì riunirà un vertice per trovare la soluzione.


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Tra i tanti sussurri, quelli che parlano di un Renzi fortemente determinato a rimuovere Conte. Non tanto per la carica di oggi ma per quanto potrà fare nel prossimo futuro, magari creando una sua lista elettorale.

Non piace, ai ‘renziani’, l’attenzione che arriva dal mondo della Chiesa che è alla ricerca di politici di buona volontà, che possano raggruppare un bel numero di moderati che non vogliono finire leghisti o sinistri. Per questo è meglio sgomberare il campo per tempo, magari sostituendo Conte, queste le indiscrezioni circolate, con il ministro Dario Franceschini, capo delegazione del Pd.

Ma nella maggioranza la preoccupazione maggiore viene dal M5S, dalla lotta all’interno delle varie anime. Incredibile quanto accaduto all’assemblea convocata dai militanti della Campania ieri a Napoli. In 300 hanno urlato contro qualsiasi iportesi di alleanza con i Dem, anche nel caso si arrivasse ad una candidatura del Movimento come il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

A nulla è servito richiamare alla ragione, come ha fatto il presidente della Camera, Roberto Fico: «Siamo al Governo, se vogliamo vincere per governare nell’interesse dei cittadini bisogna fare alleanze…».

Niente, la platea dei “duri e puri” in massa preferisce finire “puri e morti”. Da parte di chi conta si sta cercando di trovare una via d’uscita, magari chiamando al voto sulla piattaforma Rousseau: «Quelli intervenuti sono gli scalmanati- dice una fonte “grillina”- certamente non rappresentano la gran parte dei “grillini”».

Interessante quanto sta accadendo in Campania anche sul versante del centrodestra. Con tempismo strategico Clemente Mastella si è dimesso da sindaco di Benevento. La scusa è che non va d’accordo con i leghisti, ma quanti lo conoscono pensano altro: «Vuole contare nella partita, mette a disposizione la sua quota elettorale e si aspetta di avere posti».

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