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VIDEO | Viaggio nel Centro Veterani della Difesa: “Qui nessuno resta indietro”

Ricerca, assistenza a disabili e familiari, supporto psicologico e attività cliniche rappresentano le diverse anime del centro diretto dal Colonnello Francesco Rizzo

Pubblicato:03-01-2024 14:16
Ultimo aggiornamento:03-01-2024 14:23
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centro veterani difesa
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ROMA – “Nessuno qui resta indietro” è quasi un inno che si sente attraversando stanze, laboratori e palestre del Centro Veterani della Difesa nel cuore di Roma e nelle parole di chi qui ha recuperato contatto con il mondo e con la vita dopo incidenti gravissimi che hanno lasciato ferite insanabili fino al punto, a volte, di dover lasciare la divisa e il ruolo operativo.

Il veterano è il personale in servizio o congedato che in attività di servizio o addestrative ha subito un trauma con conseguenze invalidanti. Siamo inseriti nell’organigramma dell’ Istituto di Scienze Biomediche della Difesa alle dipendenze dell’Ispettorato Generale della Sanità Militare”. A spiegarlo è il Colonnello Francesco Rizzo, direttore del Centro che ha aperto le porte del centro alle telecamere della Dire.

Ricerca, assistenza a disabili e familiari, supporto psicologico e attività cliniche rappresentano le diverse anime del centro. Il Tenente Colonnello Massimiliano Barlattani, al coordinamento delle attività assistenziali, ha parlato di come avviene l’accoglienza e ascolto: “Dobbiamo capire come indirizzarli”, se hanno esigenze “medico legali o previdenziali oppure di supporto psicologico”. E l’aiuto arriva dai colloqui psicologici, possibili anche a distanza o con pet therapy che le psicologhe del centro riescono a garantire: a chi ha disturbi post traumatici da stress, malattie oncologiche, traumi invalidanti da gravi incidenti: “è la condivisione che aiuta a metabolizzare”.


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Il fisiatra Tenente Colonnello Tommaso Sciara, capo sezione di medicina traslazionale, ha parlato di come “la sfida più grande sia la valutazione del nuovo percorso di quella persona che ha avuto il trauma: con una valutazione prospettica delle attività che potrebbe tornare a fare. In questo la tecnologia ci aiuta”. Aiuta, ad esempio, nello studio delle nuove protesi performanti per gli sportivi che gareggiano nel Gruppo paralimpico della Difesa, nella realizzazione di programmi di fisioterapia a distanza, come spiega il Capitano di Fregata Aldo Lazich, Capo sezione bioingegneria del Centro presentando “un progetto in esame per la riabilitazione a distanza con sensori che acquisiscono movimento umano e correggono quello reale”.

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“Prima ci si vuole isolare dal mondo- racconta il carabiniere Massimo Chiappetta che ha perso le gambe dopo un gravissimo incidente in moto e che racconta la sua esperienza- poi ho cercato di darmi delle regole interne”. Così la sua mentalità di militare è stata decisiva per fare più cose possibili in autonomia. Anche rifarsi un letto da solo è una vittoria. “Quando il ferito o i familiari li vedi uscire dalla porta e sorridere e sanno che c’è qualcuno pronto ad aiutarli”, ha concluso il direttore Rizzo: quella è una delle emozioni più belle.

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