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Obbligo di mascherina? E va bene, purché non si chiuda un occhio

Se si impone l'uso perchè la situazione lo esige, i controlli (e le multe) siano all'altezza della posta in gioco

Pubblicato:02-10-2020 17:54
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:59

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BOLOGNA – In Friuli Venezia Giulia nuovo picco: oggi +66 contagi; 307 i nuovi positivi nelle ultime 24 ore in Lombardia. S’impennano pure i nuovi casi di coronavirus in Emilia-Romagna: +163 rispetto a ieri e sono 140 in Liguria, +42 nelle Marche… Il conto del Covid, giorno dopo giorno, non lascia tranquilli. E così tocca correre ai ripari, tamponare le falle.

Ecco allora le ordinanze per l’obbligo di mascherina: nei weekend a Bologna, a Piacenza fino alla fine dell’emergenza, nei pressi delle scuole (a Carpi come in tutto il Piemonte). “A Venezia le strette calli e il numero, seppur ad oggi contenuto, di visitatori, porta ad una costante situazione di pericolo”, diceva un ex candidato sindaco qualche giorno fa invocando l’obbligo di mascherina. Fioccano così le ordinanze con cifre di multe salate per chi sgarra e gli appelli alla responsabilità, a non vanificare gli sforzi, etc etc.

E allora sia: via con gli obblighi ‘leggeri’, con almeno l’’ordine’ di mascherina anche all’aperto. Però, se si dice che questa attenzione è davvero importante contro i contagi (e per evitare misure più drastiche poi), e lo è anche  simbolicamente per dimostrare che se non si è ligi alla regole solo a scuola o nei luoghi di lavoro, occorre che almeno i controlli siano proporzionati all’altezza della posta in gioco. La moral suasion, figlia del politicamente corretto, va bene, ma forse stavolta non basta. Non è in discussione la buonafede di chi l’obbligo lo impone e deve farlo rispettare con le non molte forze a disposizione, e con il fatto che non ingenera dosi massicce di simpatia mandare qualcuno in giro a multare chi non veste la mascherina. Ma se ci si ‘crede’, ora serve che la stretta sia fatta rispettare davvero. Anche questo è il politicamente corretto.


Spesso con le misure antismog nella percezione comune c’è l’idea che la regola sia valida, ma la sanzione non certa; ecco, stavolta sarebbe interessante far percepire che non è stato solo un annuncio; che, purtroppo, siccome la situazione è seria ma non ancora grave, non si può chiudere un occhio. Sennò sarà facile farsi beffe del divieto constatando che è una tigre di carta.

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