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VIDEO | “La radio è magia”: 48 anni di carriera per Alberto Mandolesi che raccontò la Roma in consolle

Fu il primo a definire "storico" l'esordio di Francesco Totti tra i grandi, quel lontano 28 marzo 1993: Alberto Mandolesi racconta i suoi 48 anni di carriera in radio

Pubblicato:02-07-2023 16:59
Ultimo aggiornamento:02-07-2023 17:06

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ROMA – Storia, emozioni e passioni, tutte raccontate alla radio, dietro un microfono che da 48 anni è un compagno di avventura che non tradisce mai. E oggi tra i tifosi romanisti il fatto che fosse stato proprio lui ad attribuire per primo, ed in diretta, l’aggettivo “storico” all’esordio in campo dell’allora sedicenne Francesco Totti, è convinzione che fosse cosa giusta e dovuta.

Alberto Mandolesi a Roma è una vera e propria istituzione della comunicazione. Esperto e appassionato di musica, voce storica della Roma calcistica, ad oggi ha ha raccontato oltre duemila partite della squadra giallorossa sia come radiocronista, sia come commentatore, in quarantotto anni di carriera. E tra queste proprio quel Brescia-Roma del 28 marzo 1993, quando alle 17.43 Totti giocò la sua prima partita tra i grandi, intuendone già la grandezza. La lunga carriera radiofonica di Alberto Mandolesi, però, non è stata solo caratterizzata dal pallone e dai colori giallorossi.

È il 16 giugno del 1975 quando nella Capitale hanno preso il via le prime trasmissioni di Radio Roma, tra le più longeve emittenti private d’Italia. Ad iniziare le trasmissioni dell’emittente fu proprio lui, erano le ore 14: “Ebbi quella fortuna- ricorda, intervistato dall’Agenzia Dire-. Parlai di Roma, intervistai una mia amica del cuore, Loredana Bertè, che aveva appena fatto il provino di ‘Sei Bellissima’”. E poi ancora la Roma, di cui è stato la voce anche e soprattutto nel 1983, raccontando la cavalcata trionfale che avrebbe riconquistato lo scudetto 41 anni dopo, guidata dal presidente Dino Viola, dal tecnico svedese Nils Liedholm, in campo dal capitano Agostino Di Bartolomei, dalla mentalità vincente di Paulo Roberto Falcao, dalla genialità di Bruno Conti, dai gol di Roberto Pruzzo e da un gruppo di calciatori che si trovarono tutti al momento giusto e nel posto giusto, creando la giusta alchimia che avrebbe portato alla vittoria finale.


“Erano ormai due anni che avevamo capito che potevamo vincere- ricorda-. L’anno prima era arrivato il presidente Dino Viola, che ha cambiato la vita della squadra, trasformandola dalla Rometta alla Magica, aveva fatto una magia per tutti i tifosi”. C’era poi stata “la cavalcata del 1980/81, quella culminata con il gol di Turone. Al terzo anno eravamo tutti consapevoli, ci credevamo tutti quanti che avremmo potuto vincere”. E poi il dispiacere che ancora oggi segna il volto di Mandolesi per la morte di Agostino Di Bartolomei: “Mi prese un colpo vero“, ricorda quando gli diedero la notizia del suicidio della bandiera della Roma. “Non abbiamo saputo riconoscere i disagi di Agostino- prosegue- alcuni li abbiamo capiti ma non li abbiamo saputi interpretare”.

Emozioni raccontate in radio, che hanno consentito a tutti i tifosi romanisti e non solo, perché Mandolesi nel tempo è riuscito a conquistare simpatie e stima anche da ascoltatori non necessariamente giallorossi: “La Radio è magia– racconta con più di un pizzo di emozione- ha retto proprio nella sua magia, su quello che non vedi e che senti, consente alla tua fantasia di galoppare”. Emozioni, passioni e storia che Alberto Mandolesi ha saputo raccontare, e che ancora oggi illustra alla radio, come nessuno.

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