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Mogadiscio, Paglia: “Onore al sacrificio dei nostri soldati”

Il 2 luglio 1993 in Somalia la Battaglia del Pastificio. Primo e vero scontro a fuoco in cui soldati italiani rimasero coinvolti dopo la seconda guerra mondiale

Pubblicato:02-07-2020 08:21
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:35
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ROMA – “Quando si digita su google 2 luglio 1993, si apre un mondo. Pagine e pagine che raccontano ciò che accadde in Somalia durante la Battaglia del Pastificio. Pagine di storia che fotografano il primo e vero scontro a fuoco in cui soldati italiani rimasero coinvolti dopo la seconda guerra mondiale”. Così su Fb scrive il Ten. Col. Gianfranco Paglia, Medaglia d’Oro al Valor militare in ricordo dei fatti accaduti a Mogadiscio. “Da allora sono trascorsi 27 anni e tante cose sono cambiate, in primis l’assetto geopolitico e il modo d’intendere un conflitto che non è più uomo contro uomo, ma molto spesso ci troviamo a combattere contro un nemico invisibile. Un nemico che era fin troppo chiaro, invece, quel 2 luglio. Ci eravamo probabilmente avvicinati a quello che era considerato il signore della guerra Aidid e per questo motivo una rappresaglia formata da donne e bambini iniziò con sassate a bloccare i nostri mezzi, proprio nei pressi del Checkpoint Pasta. Ciò che accadde è noto, basta davvero leggere quanto per anni è stato scritto per capire e percepire il dolore nel non essere riusciti a portare in salvo tutti i nostri uomini. Stefano Paolicchi, Pasquale Baccaro, Andrea Millevoi persero la vita durante il conflitto a fuoco. Ci furono 24 feriti. Da allora- continua- è stato scritto e detto tanto anche da chi forse avrebbe fatto meglio a rimanere in silenzio. Ciò che non deve mai svanire e dovrà sempre essere vivo è il desiderio di ricordare coloro che combattendo non ce l’hanno fatta. Chi ha indossato o indossa l’uniforme sa che giurare fedeltà alle Istituzioni e alla Bandiera significa sacrificio e talvolta il prezzo da pagare è molto alto”.

“Questo è il motivo per cui non mi stancherò mai di dire che le Forze Armate non sono un ufficio di collocamento e chi si avvicina lo deve fare con convinzione perché crede in quei valori che ti consentono di essere Servitore dello Stato, costi quel che costi- Prosegue il Ten. Col. Paglia-. In quella giornata del 2 luglio si è combattuto tanto, i ragazzi che allora erano di leva, oggi sono uomini cresciuti con maggiore forza e determinazione e ciò li ha resi ‘uomini veri’. Sono speciali perché non hanno mai dimenticato coloro che sono rientrati in Italia in una bara avvolta dal Tricolore. Sono unici ben consapevoli che quanto accaduto li ha resi fratelli in armi: un sodalizio che li vedrà uniti per sempre. Pronti a combattere ogni tipo d’avversità che incontreranno nella loro vita- conclude- lo faranno con la piena certezza di non essere mai soli e di poter contare sempre sui propri Fratelli. Onore a Loro”.


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