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Saverio Costanzo a Venezia 80: “In Italia la vita di una donna non è facile”

Il regista alla Mostra del Cinema in concorso con 'Finalmente l'alba'

Pubblicato:01-09-2023 18:43
Ultimo aggiornamento:01-09-2023 18:43

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LIDO DI VENEZIA – La Cinecittà degli Anni 50, quel fascino irresistibile della magia del cinema, lo stupore alla vista di un set in fermento, il sogno di fare l’attrice, la tossicità e la fragilità dietro le luci dello star-system e le piramidi ricostruite negli iconici studi per un film su Cleopatra. Senza dimenticare “l’immagine archetipica della donna usata e gettata via, come quel corpo sulla spiaggia di Capocotta dell’aspirante attrice Wilma Montesi e la perdita dell’innocenza”, ha raccontato Saverio Costanzo, in concorso all’80esima Mostra del Cinema di Venezia con ‘Finalmente l’alba’.

Ventotto milioni di euro e un cast internazionale a partire da Lily James, Willem Dafoe Joe Keery (Steve Harrington di ‘Stringer Things’), Rachel Sennott (Leia della serie ‘The Idol’ con The Weeknd e Lily-Rose Depp). Ma l’attenzione è tutta sulla protagonista: l’esordiente Rebecca Antonaci, una giovane promessa del cinema dal talento sorprendente. Nel cast anche Alba Rohrwacher nei panni di Alida Valli e un cameo di Michele Bravi.

Per ‘Finalmente l’alba’ “sono partito dal caso Montesi, dalla foto di quel corpo a faccia in giù abusato, così simile a tante tragedie degli stupri e dei femminicidi di oggi. Diciamolo, in Italia per una donna la vita non è facile per niente“, ha detto Costanzo. “E così ho immaginato che un’aspirante attrice come era stata Wilma avesse quello stesso sogno. E da lì è partito tutto il racconto, che incrocia quella storia di cronaca per seguire Mimosa, il simbolo di ingenuità, purezza, semplicità che in un giorno e una notte cambia ma senza perdersi“.


Il mestiere dell’attore “è difficilissimo, serve un grande coraggio, sono quelli che rischiano di più, sono i nostri eroi“, ha spiegato il regista. “Appartengo al Novecento per me il cinema è ancora centrale. Cosa c’è di più forte delle immagini in una sala buia?“, ha sottolineato Costanzo, che dedica il film a papà Maurizio. “Guardare i film è un’esperienza formativa, è un insegnamento che ci cambia e ci porta lontano. Non so se per i giovani è così, per i miei figli lo è. Credo che- ha concluso- non ci sia niente di più affascinante del cinema”.

Dal 14 dicembre al cinema con 01 Distribution, il film è una produzione Wildside con Rai Cinema (in collaborazione con Fremantle, Cinecittà, Filmnation Entertainment). 

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