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Sanità privata, “Firmata la pre-intesa senza l’accordo dell’assemblea”

Faroni (Aiop Lazio): "Pronti a siglare contratto se la copertura è al 50% delle Regioni e al %0% del welfare"

Pubblicato:01-09-2020 14:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:49

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ROMA – Gli operatori della sanità privata del Lazio sono scesi in piazza a Roma questa mattina contro il mancato rinnovo del contratto, fermo da oltre 14 anni, nonostante la firma di una pre-intesa a cui le parti sono giunte dopo tre anni di trattative. Questa mattina radunati sotto la sede dell’Aris a Roma tutti i lavoratori, lavoratrici e i rappresentanti delle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil.

Per cercare di capire le ragioni di questa brusca retromarcia da parte di Aris e Aiop, l’agenzia di stampa Dire ha raggiunto telefonicamente Jessica Faroni, presidente di Aiop Lazio. Perchè dopo tre anni di trattative e la firma della pre-intesa, che è una formalità in tutti i contratti, poi il rinnovo del contratto non è stato più siglato? “Non è una retromarcia, è stato un errore della delegazione. La pre-intesa- ha risposto Faroni- è stata firmata da una delegazione che non ha rispettato il volere di una assemblea che si è radunata il 22 gennaio di quest’anno e ha detto chiaramente che avremmo firmato il rinnovo del contratto a condizione che il 50% fosse sostenuto indirettamente dalle Regioni e il 50% fosse proveniente dal welfare. E parlo di condizioni di sopravvivenza per le aziende”.

“Un’altra questione da considerare è che il Nord Italia ha potuto fare affidamento sui fuori regione a differenza di molte altre regioni, in particolare del Centro-Sud, che sono in piano di rientro- ha spiegato Faroni- Il bilancio della regione Lombardia, che ha rinnovato infatti già il contratto, è stato di 700 milioni in più proprio grazie ai fuori regione. A noi non solo hanno tagliato il budget, le tariffe, ma soprattutto ci hanno tolo i fuori regione per cui il rinnovo del contratto, sacrosanto e necessario, può essere fatto solo alle condizioni suddette. Chiaro comunque che questo è un problema nazionale, ma nella regione Lazio, in particolare, sicuramente a queste condizioni non si riesce a sostenere il rinnovo”.


“Ribadisco- ha aggiunto Faroni- noi avevamo dato mandato di rinnovare il contratto con il 50% della copertura da parte delle Regioni, visto che le tariffe sono ferme al 2005, e l’altro 50% si potrebbe coprire tranquillamente con il welfare, come avviene in altri settori e per determinati altri servizi. Abbiamo un ministro che non ne parla, ma in realtà avremmo la possibilità di firmare subito il contratto a vantaggio dei lavoratori e consentire allo stesso tempo all’imprenditore di sopravvivere. Il lavoratore in questo modo vedrebbe più soldi in busta paga”.

“Purtroppo i sindacati- ha proseguito la presidente di Aiop Lazio parlando con la Dire- ovvero Cgil, Cisl e Uil, non vogliono sentire parlare di welfare. Se invece ci si dovesse accordare sulle coperture non ci sarebbe alcuna ragione ostativa per non firmare il rinnovo del contratto“.

“Noi siamo pronti anche domani mattina. Manca un decreto delle Regioni- ha continuato Faroni- che assicuri la copertura, e bisognerebbe venisse compreso che la copertura derivante dal welfare, peraltro molto diffusa, consentirebbe ai lavoratori di guadagnare di più e agli imprenditori di sopravvivere. Non capisco perché non ci sieda nuovamente a un tavolo“.

“Ci devono dare la copertura, discutiamo del welfare e poi noi siamo pronti a firmare subito- ha ripetuto ancora con forza Faroni- Alle condizioni a cui si è giunti nella pre-intesa, sostenuta peraltro solo dalla delegazione presente, non è però proprio possibile. La priorità è la nostra sopravvivenza e il mantenimento dei posti di lavoro“. Se il contratto è fermo a 14 anni fa questo vuol dire che i lavoratori vivono oggi con uno stipendio vecchio di 14 anni è così? “Noi siamo i primi a pensare che i lavoratori devono ricevere un maggiore compenso”.

“Lo sciopero del 16 settembre? Io non so se lo sciopero sarà evitabile” ha concluso Faroni.

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