ROMA – Sono aumentate del 75 per cento nell’arco di un solo anno le vittime delle mine anti-persona: lo rivela un rapporto pubblicato questa settimana dalla rete di ong International Compaign to Ban Landmines (Icbl).
Secondo lo studio, nel 2015 le persone uccise o ferite dall’esplosione degli ordigni sono state 6461, mai così tante dal 2006. Segnalato anche un aumento del numero dei Paesi dove è certificata la presenza delle mine. Dai 61 del 2014 si è passati ai 64 del 2015 con l’aggiunta di Nigeria, Mozambico e Palau. Secondo gli esperti di International Compaign to Ban Landmines, l’incremento delle vittime è dovuto soprattutto al protrarsi dei conflitti in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Ucraina e Yemen.
A pesare sarebbe stato però anche un calo dei finanziamenti da parte dei Paesi firmatari del Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine anti-persona. Tra il 2014 e il 2015 i fondi sarebbero diminuiti del 25 per cento, scendendo al di sotto della soglia dei 400 milioni di dollari.
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