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Da misure antidumping a rappresentatività, le proposte di Confsal per il lavoro

Per Confsal "c'è bisogno di regole più chiare e condivise": oggi ha sottoposto le sue proposte a docenti ed esperti

Pubblicato:17-04-2018 11:56
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:46

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ROMA – Debellare il fenomeno del dumping, introdurre l’indennità di professionalizzazione, ma anche lo status di lavoratore in uscita e assicurare la protezione del lavoratore al momento della scelta del sindacato. Queste sono alcune delle proposte che la Confsal ha presentato a Roma presso il Parlamentino di Villa Lubin sede del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, nell’ambito del convegno ‘Relazioni industriali, rappresentatività e linee guida per la contrattazione collettiva’.

La Confsal ha deciso di sottoporre le sue proposte all’analisi di esperti del settore e di docenti universitari. Presenti tra i relatori, oltre al segretario generale Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, Lorenzo Bordogna, professore di Sociologia del lavoro all’università Statale di Milano, Mimmo Carrieri, professore di Sociologia economica e del lavoro all’università La Sapienza di Roma, Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro, Pietro De Biasi, responsabile area Lavoro e Welfare di Fca group, Roberto Di Maulo, vicepresidente Cesi, Massimo Marchetti, area Lavoro e Welfare di Confindustria, Maurizio Sacconi, ex ministro del Lavoro, e Tiziano Treu, presidente del Cnel.

“La Confsal ha evidenziato un problema- ha dichiarato Treu- che anche noi abbiamo sottolineato, c’è bisogno di regole più chiare e condivise per produrre dei contratti che siano di qualità. Noi abbiamo una situazione del lavoro che è difficile, sia perché c’è tanta disoccupazione giovanile, sia perchè anche chi ha un’occupazione ha un salario basso. Ci sono dei contratti che creano dumping, delle condizioni inaccettabili, è per questo che ci dobbiamo impegnare per fare un’operazione di pulizia lasciando solo contratti di qualità”.


Obiettivi principali del lavoro svolto da Confsal sono: debellare il fenomeno del dumping contrattuale e ridurre drasticamente la pletora di contratti collettivi nazionali. In questa ottica serve una razionalizzazione e un’armonizzazione delle linee guida per la contrattazione collettiva caratterizzata da standard elevati, con una articolazione flessibile e non subordinata tra il primo e il secondo livello e con un accento forte sulla formazione di tutti i lavoratori e sulle politiche attive dei giovani. Servono contratti di qualità e un’alta qualità della contrattazione. Per quanto riguarda la rappresentatività va fatto un passo verso una maggiore chiarezza e trasparenza sulle deleghe sindacali. Per questo la Confsal propone un meccanismo per cui, da una parte si protegge la privacy del lavoratore, ma al contempo si forniscono i dati sulla rappresentanza in tempo reale. La Confsal ribadirà con forza le sue proposte anche in piazza del Plebiscito a Napoli l’1 maggio.

MARGIOTTA: “PRIORITÀ È QUALITÀ DEI CONTRATTI”

“La finalità principale del nostro lavoro è la qualità dei contratti, di tutti i settori e categorie”. Lo ha dichiarato Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale Confsal, a margine del convegno ‘Relazioni industriali, rappresentatività e linee guida per la contrattazione collettiva: le proposte Confsal’, organizzato da Confsal ospitato a Roma dal Cnel. “Entrando nel merito, proponiamo l’introduzione di una indennità di professionalizzazione che riconosca a ciascun lavoratore quelle competenze professionali che ha acquisito e che saranno certificate. Prevediamo anche lo status di lavoratore in uscita per evitare che si possa passare subito da occupato a licenziato. Prevediamo un periodo durante cui il lavoratore possa tentare di trovare una nuova occupazione. Un passaggio agevolato sia dalle imprese che dalle parti sociali. Proponiamo l’istituzione di un’agenzia indipendente per la riscossione delle deleghe. Se proteggiamo la riservatezza del lavoratore quando vota per le Rsu- ha concluso- così dobbiamo proteggere la scelta di adesione al sindacato. Questa agenzia indipendente riscuoterebbe le quote a nome del sindacato senza comunicare all’azienda il sindacato di appartenenza del lavoratore”.

 

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