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FOTO | La storia di Boer, il contadino social che ti insegna a coltivare

Ha 26 anni e un anno fa ha lasciato tutto, comprato due ettari di terra in provincia di Brindisi e si è messo a coltivare ortaggi. Raccontando la sua avventura sui social

Pubblicato:06-05-2019 07:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:25
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BOLOGNA – Amore per la campagna e per la propria regione di origine. Due motivi che hanno spinto Michele Cappellari, 26 anni, in arte ‘Boer il contadino‘, ad aprire un’attività di ‘AgriCultura sociale’ a Tuturano, frazione di Brindisi, dopo aver studiato Agraria a Bologna. Non si tratta solo di coltivare gli ortaggi nella maniera più sostenibile possibile, senza utilizzare pesticidi o altre scorciatoie, ma anche di cercare una via per portare gli stessi clienti in campagna, insegnandogli un mestiere e facendogli provare l’esperienza di lavorare la terra in prima persona.

Tutto inizia “in maniera sconsiderata”, ammette Cappellari, che un anno fa ha aperto la partita iva e preso in affitto due ettari di terreno nella campagna brindisina, forte dell’esperienza maturata grazie agli studi a Bologna, ma con la consapevolezza che non sarebbe stato facile farsi strada in un settore complicato, sia dal punto di vista economico che ‘sociale’, dove per creare un legame con gli abitanti, potenziali clienti, può richiedere molto tempo. Ma nonostante gli ostacoli “ho deciso di diventare contadino, volevo fare il lavoro dei miei sogni, lasciare tutto e andare a vivere in campagna”, racconta Boer, che ha scelto questo nome per richiamare i Boeri, contadini di origine olandese che nel XVII secolo si stabilirono in Sud Africa.






Il primo anno è passato coltivando ortaggi in modo ‘social’, ossia usando Facebook come strumento per aggiornare i clienti sui nuovi prodotti, ma anche coinvolgendoli in ‘AgriCultura‘, rubrica teorica attraverso la quale “scegliamo insieme gli argomenti da trattare, cerchiamo di sciogliere dubbi e di capire meglio il mondo agricolo”.

L’obiettivo di Cappellari è quello di “aprire un dibattito costruttivo”: cosa significa biologico? cosa sono gli ogm? come ci si può alimentare seguendo la stagionalità? In più, una volta ‘fatta la spesa’ è lo stesso Michele a portare gli ordini a casa dei clienti. Adesso, con più di 5.000 sostenitori ‘virtuali’, Boer “prendendo esempio da diversi modelli di ‘orti sociali’ in Italia e in Europa”, ha trovato il modo di portare fisicamente le persone in campagna.

“Volevo dare loro la possibilità di coltivare direttamente gli ortaggi che poi avrebbero mangiato a casa” e da qui l’idea degli orti condivisi. Si può scegliere tra tre versioni: piccolo orto, ideale per una giovane coppia e i loro bambini, orto di famiglia, “ideale per la tradizionale famiglia salentina allargata” e l’orto condiviso, per gruppi, amici, cooperative e associazioni. Una volta prenotati i primi 10 orti, domenica scorsa quasi 60 persone, tra adulti e bambini, hanno raggiunto Tuturano per piantare insieme a Boer ortaggi di stagione. “E’ stato qualcosa di veramente eccezionale per me- spiega Cappellari- far capire ai bambini cos’è la natura, com’è la terra, il suo odore, ma anche semplicemente tenerla in mano”.

Infatti, per lui l’importante è “fare qualcosa di bello, che vada oltre al semplice guadagno. Voglio far tornare le persone in campagna, farle riappassionare a quello che la terra offre anche per spiegare cosa significa ‘stagionalità’, mangiare bene e stare in salute”. Ora, ogni due settimane i ‘proprietari’ degli orti potranno andare a vedere come stanno crescendo fagiolini, peperoni, zucchine e pomodori che hanno piantato. “Saranno eventi sia per mostrare i progressi del loro lavoro, ma anche incontri ludico-educativi: cercherò di far divertire i bambini mentre spiego loro l’importanza di quello che stanno facendo in campagna”, aggiunge Cappellari, che si ‘nutre’ di questi momenti quando invece, preso dallo sconforto vorrebbe “mandare tutto all’aria”.

Sono “contento che ci siano ancora persone che credono nella spontaneità delle cose, spesso la società è critica perchè pensa che ci sia un secondo fine in tutte le cose- si sfoga Boer- in tanti mi dicono che sto diventando famoso, tutti mi vogliono intervistare, ma poi in pochissimi scelgono i miei prodotti”.

Cappellari vuole “valorizzare il territorio” in cui è nato e e lo fa anche organizzando eventi collaterali alla sua attività agricola. L’ultimo è stato la ‘Pasquetta al Boschetto’, dove ha cercato un modo per ripopolare il bosco vicino Tuturano, ormai dimenticato dagli abitanti della zona. Insieme a comitati e associazioni ha abbellito lo spazio, costruendo altalene e appendendo libri agli alberi. La missione pare compiuta perchè l’evento ha attirato l’attenzione di consiglieri comunali, vigili e dell’associazione che ha in gestione il parco tanto che “molto probabilmente ora il comitato di Tuturano lo avrà in gestione ordinaria, per valorizzarlo”. Ancora una volta, “possono nascere cose davvero belle anche da eventi ‘stupidi’ lanciati sui social network”, conclude soddisfatto ‘Boer il contadino’.

(Le foto sono state scattate da Nicoletta Lofoco)

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