NEWS:

VIDEO | Induratio penis, la collagenasi può evitare l’operazione

Il pene curvo, o malattia di La Peyronie, e' una malattia caratterizzata dalla 'stortura' dell'asse del pene in erezione. Intervista all'andrologo Giuseppe La Pera

Pubblicato:06-04-2019 15:06
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 14:19

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Da oggi in caso di induratio penis, o malattia di La Peyronie, si potrà evitare l’intervento chirurgico. Con l’infiltrazione al pene della placca contenente una sostanza chiamata collagenasi che ‘scioglie‘ la placca sarà possibile raddrizzare l’asse del pene in erezione. E’ stato il tema del convegno ‘Collagenasi e malattia di La Peyronie’, oggi al San Camillo di Roma. Relatore e responsabile scientifico dell’evento, Giuseppe La Pera, dirigente medico del San Camillo, specialista in Andrologia e Urologia.
 
La malattia di La Peyronie o induratio penis plastica e’ una malattia che determina una angolazione dell’asse del pene durante l’erezione, un sensibile accorciamento della lunghezza, una difficolta’ alla penetrazione e delle conseguenze negative molto pesanti sul piano psicologico. Il trattamento e’ stato approvato circa 2 anni fa dalle autorita’ competenti sui farmaci ma data l’importanza dell’argomento e’ stato gia’ inserito nelle linee guida sia dell’associazione degli urologi europei che degli urologi americani. Il trattamento e’ molto semplice e talvolta non necessita neppure di una anestesia locale. Solo il 30% dei pazienti richiede una anestesia. Dopo circa una ora dalla infiltrazione il paziente puo’ tornare a casa. Il trattamento e’ indicato quando e’ presente una placca palpabile nel pene e quando la curvatura ha un angolo superiore ai 30 gradi. Il trattamento consiste in una iniezione, dentro la placca, di collagenasi, un enzima estratto da un battere chiamato clostridio hystolitico, che ‘scioglie’ la cicatrice di cui e’ costituita placca. La puntura o il ciclo di punture vanno effettuate una volta al mese secondo schemi previsti dalla esperienza internazionale e dalle norme regolatorie. Una volta effettuata la infiltrazione o le infiltrazioni il paziente deve eseguire a casa quegli esercizi di modellamento e stretching del pene giornalieri che gli vengono insegnati e che fanno parte necessariamente del programma terapeutico.
I risultati fino ad ora raggiunti sono molto incoraggianti e variano con un miglioramento clinico che va da un 60% a un 95% a seconda delle casistiche con un miglioramento medio dell’angolo di curvatura nel 34% di 20 gradi. Anche i casi che rispondono poco hanno un beneficio perche’ possono giovarsi di una chirurgia meno invasiva. Gli effetti collaterali piu’ importanti sono l’ecchimosi, il dolore e l’ematoma del pene che in genere si riassorbono nel giro di poco tempo; solo raramente – nel 5 per 1.000 dei casi – si possono avere effetti collaterali che richiedono terapie piu’ invasive.
“Si tratta di un farmaco che è conosciuto già da circa 7/8 anni ma ma in commercio nel 2016 in Italia- ha detto all’agenzia Dire. Giuseppe La Pera a margine del convegno al San Camillo- è un’innovazione importante perchè in molti casi consente di evitare l’intervento chirurgico o di dover accettare passivamente questa condizione di handicap sessuale che ha pesanti ripercussioni dal punto di vista psicologico, dal momento che la malattia de La Peyronie, che determina il pene curvo, è causa di una forte diminuzione dell’autostima maschile. Oggi, con questa tecnica molto meno invasiva di un intervento chirurgico è possibile ottenere un miglioramentO della curvatura del pene di oltre 20 gradi. I pazienti restano soddisfatti per circa il 70% dei casi”. “Al momento- ha concluso La Pera- questo farmaco non è rimborsato dal Sistema sanitario nazionale ma spero che a breve possa avvenire”.
Il pene curvo, o malattia di La Peyronie, e’ una malattia caratterizzata dalla ‘stortura’ dell’asse del pene in erezione, prende il nome dal chirurgo francese del Re Sole Francois Gigot de La Peyronie che per primo la descrisse nel 1743. Questa condizione apparentemente poco nota in realta’ colpisce nelle ultime decadi di eta’ tra i 50 ed i 70 anni circa il 7% della popolazione maschile. Anche classi piu’ giovani di uomini ne sono colpite. Per avere idea della dimensione del problema e capire che cosa vuol dire ‘7%’ della popolazione basta ricordare che l’infarto ha una prevalenza nell’uomo dell’1,5%, la colica renale del 3% e il diabete del 5%. Le stime degli esperti parlano di 800.000 – 1 milione di uomini in Italia colpiti da malattia di La Peyronie o induratio penis plastica. La deviazione dell’asse del pene in erezione puo’ raggiungere i 90 gradi e rendere la penetrazione impossibile per una incongruenza tra il canale vaginale e l’asse del pene totalmente storto. In altri casi la malattia che genera la curvatura puo’ portare ad un accorciamento importante del pene e o alla impotenza. Questa situazione patologica genera, nell’uomo che ne viene colpito, conseguenze devastanti non solo mediche ma anche psicologiche e comportamentali. Il senso di vergogna quando ci si spoglia davanti ad una donna e ci si sente inadeguati sessualmente crea una ferita insanabile della propria dignita’, della propria autostima e della propria identita’ maschile che innesca delle ripercussioni ‘pesanti’ sulla vita di relazione. Fino ad ora l’unica terapia era o accettare con rassegnazione questa condizione sessuale e le sue conseguenze nella coppia oppure sottoporsi a quell’intervento chirurgico al pene che terrorizza comprensibilmente la maggior parte degli uomini. Interventi chirurgici molto cruenti, che sezionano il pene, lo rattoppano, talvolta lo smontano come il gioco del Lego. Ma il pene non e’ un giocattolo che puo’ essere smontato e ricostruito perche’ attraverso il pene in un uomo passano tanti significati facilmente immaginabili e alla portata di tutti. Oggi questo scenario e’ cambiato ed e’ cambiata la musica perche’ e’ possibile, ottenere un pene senza ‘storture’ grazie ad una semplice puntura.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it