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Fisco, Sos partita Iva – Imprenditori Emiliani: “Attacchi e silenzi”

"Corriere fa passare per evasori e le associaizoni di categoria tacciono"

Pubblicato:30-06-2017 14:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:29

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ROMA – “Leggiamo, senza stupirci, dalle pagine del Corriere della Sera a firma Brambilla e Novati, le analisi di un sedicente ‘centro studi’ che mette sulla gogna i lavoratori autonomi in quanto ‘rei’ di non dichiarare al fisco il vero o di non dichiarare nulla riducendo a circa il 5% la percentuale di Irpef pagata da questa vasta categoria di lavoratori indipendenti”.

Così, in un comitato congiunto, il presidente di Sos partita Iva, Andrea Bernaudo, e Luciano Dissegna, di Imprenditori Emiliani, hanno risposto all’articolo pubblicato dal Corriere della Sera mercoledì 28 giugno su uno studio relativo alle dichiarazioni dei redditi del 2015.

“Quel che più ci indigna- hanno continuato- non è che il Corriere della Sera non abbia inserito nella sua ‘analisi’ che le tasse pagate dai dipendenti statali e parastatali sono una semplice partita di giro di soldi pubblici o che la gran parte degli altri ‘lavoratori dipendenti’ dipendano, guarda un po’, da artigiani, commercianti, professionisti e micro-piccole e medie imprese; non ci indigna nemmeno che i giornalisti del più importante quotidiano italiano non dicano che a pagare la gran parte di tasse e contributi dei lavoratori dipendenti del privato, e cioè il più alto cuneo fiscale d’Europa, siano proprio le partite Iva, che sono tra i maggiori contribuenti Inps”.


“Quello che riteniamo nauseante ed intollerabile è il silenzio complice e bieco delle cosiddette ‘associazioni datoriali di categoria’ da moltissimi anni intente più a tutelare gli interessi dei propri apparati burocratici, esattamente identici, in termini di carriere, privelegi e benefit a quelli pubblici e alle carriere politiche dei propri alti dirigenti. Associazioni datoriali oramai lontane anni luce dai lavoratori e dalle imprese che pretendono di rappresentare. Per questo siamo in campo noi- concludono Bernaudo e Dissegna- senza fondi pubblici e lauti corsi di formazione regionali, senza prebende e aiuti di Stato”.

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