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FOTO | VIDEO | “Un raggio di Luca”, a Milano i funerali del 14enne investito dal tram

Il ragazzo è morto lo scorso 8 novembre dopo essere stato investito da un tram mentre raggiungeva la scuola in bicicletta

Pubblicato:17-11-2022 15:20
Ultimo aggiornamento:18-11-2022 12:17
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luca funerali
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MILANO – “Un raggio di Luca”. Questa espressione, usata dal padre di Luca Marengoni durante la cerimonia funebre alla Basilica Nereo e Achilleo di viale Argonne, a Milano, quantifica il lascito ‘donato’ dal 14enne prematuramente scomparso lo scorso 8 novembre, investito da un tram in via Tito Livio mentre raggiungeva scuola in bicicletta, il liceo Einstein, situato a poche centinaia di metri dalla tragedia.
Chiesa gremita, presenze illustri come quella del sindaco Giuseppe Sala, accompagnato da una larga parte del consiglio meneghino, per salutare un ragazzo dipinto come un giovane virtuoso e attento, come spesso solo i ragazzi sanno essere. Il raggio di Luca che splende e dà speranza, come afferma l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, che in occasione della cerimonia fa recapitare un messaggio sentito di saluto (e di accoglienza).

“Ci stringiamo in preghiera intorno ai genitori e agli amici perché non ci basta essere scossi da un intenso dolore e da una emozione troppo forte e da uno smarrimento troppo indicibile”, recita uno dei passaggi più significativi del messaggio. Dopodiché, “insieme con la sofferenza chiediamo un lume di speranza, insieme con il dramma della separazione invochiamo la promessa di un amore che non finisce, insieme con il drammatico finire chiediamo la grazia di un nuovo inizio, per Luca e per tutti”. Un inizio, ma anche una non fine, perché il ricordo del ragazzo non può consumarsi ed esaurirsi in un plumbeo mattino di novembre. “I genitori mi hanno chiesto di dedicare un tavolo da ping pong a Luca negli spazi sopra la M4 che apriremo il 26 novembre”, afferma Sala nel corso del discorso conclusivo, anche se è lo stesso sindaco a riconoscere che il ricordo e l’eredità di Luca va rinverdito e “bisogna fare molto di più”. Che cosa ancora non si sa: “Non so attraverso quale forma, forse una borsa di studio, lo vedremo con la famiglia. Vediamo un po’ cosa potremo fare”, spiega lo stesso Sala a margine. Insomma, “Credo che per quello che è successo e per come era Luca, vada ricordato non solo oggi. Questo incidente è stata una pura fatalità, detto ciò credo che sia opportuno ripensare a qualcosa di più e di meglio rispetto a come ci muoviamo”, osserva.

L’ATTENZIONE DI LUCA PER L’AMBIENTE


Ed è la stessa figura del ragazzo, che esce dipinta come quella di un giovane sensibile anche al tema ambientale, che può indicare la via per rendere Milano una città vivibile e declinata sul rispetto, così come faceva il giovane scomparso. “Quando vado a casa la sera penso sempre di più alle cose che non sono riuscito a fare piuttosto che ai piccoli successi”, afferma Sala durante il discorso in chiesa, ma “il mio impegno per essere un amministratore ancora migliore adesso è anche per Luca, e il suo ricordo mi aiuterà a fare il mio dovere ancora meglio per i milanesi”. Una sorta di esempio cittadino, e d’altronde Luca un esempio lo era già nei suoi brevissimi 14 anni di vita. “Ammiravamo la tua capacità di comprendere le persone, nel cercare insegnamenti da coloro che pensavi potessero darti qualcosa, indipendentemente da età, etnia, religione”, afferma il papà di Luca durante il proprio intervento. “Il tuo rispetto- prosegue l’uomo rivolgendosi al figlio scomparso- non era dovuto all’autorità dell’insegnante ma alla sua capacità di migliorarti”. Ecco perché “ammiravamo la tua fantasia, la tua capacità di vedere le cose da un altro punto di vista, la tua profondità, qualsiasi tua scelta era frutto di un approfondimento, dalla maglietta alla canzone, dalla scelta della scuola a quella della bicicletta, proprio quella bicicletta ora straziata”.

Insieme a questo, “amavamo la tua sensibilità per i temi ambientali, quando decidevi di partecipare alle manifestazioni per l’ambiente, di dedicarti alla cura degli alberi, di combattere lo spreco di energia e acqua. Ammiravamo anche la tua capacità di coltivare le amicizie, in ogni luogo che frequentavi, qui e a Policoro”. Infatti, la famiglia Marengoni è originaria della Basilicata, una delle tante famiglie non milanesi adottate dal capoluogo lombardo. “In questi anni hai seminato così tanto che noi ci siamo trovati abbracciati da tutta la città di Milano, che tu amavi e vivevi- prosegue il papà di Luca- e tutti sono qui per te. Noi sappiamo che in tutti noi hai lasciato una luce e che noi avremo la forza di riemergere dal buco nero in cui siamo ora guidati dalla tua luminosità”.

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