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M5s, Ruocco: “Multa da 150mila euro? Deterrente per il rispetto delle regole”

In base al decalogo fatto firmare ai candidati alle amministrative colpirà gli eletti nel caso di violazione delle regole del 'codice grillino'

Pubblicato:25-05-2016 15:12
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:46

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ROMA  – “Sicuramente serve un grande deterrente per far rispettare le regole, tutti i cittadini rispettano le regole, le rispettassero anche i politici”. Carla Ruocco, deputata del Movimento 5 stelle e parte del Direttorio grillino, risponde così al cronista che, a margine dell’incontro di esponenti M5S con il Presidente del Senato Pietro Grasso, le chiede un commento sulla multa da 150mila euro che in base al decalogo fatto firmare ai candidati alle amministrative colpirà gli eletti nel caso di violazione delle regole del ‘codice grillino’, una sorta di contratto.


Certo, che il candidato debba temere una pesante multa in caso di deviazioni dal programma M5S che siano seguite da una notifica formale della contestazione a cura dello staff, getta un’ombra sulla libertà di scelta degli eletti grillini, dice il giornalista. “L’ombra si configura quando un cittadino vota un politico perché porti avanti un progetto e il giorno dopo questo politico è libero di tradire quel progetto- spiega Ruocco- abbiamo tanti voltagabbana, troppi, in Parlamento, che vengono eletti con i voti dei cittadini onesti che magari li vogliono vedere in uno schieramento e il giorno dopo lo cambiano bellamente senza neanche dover giustificare niente”. E allora, “abbiamo chiesto che chi fa questa pratica venga penalizzato– spiega Ruocco- tutto qui. Quei soldi tra l’altro vanno in beneficenza, nessuno se li intasca ma vanno per i servizi per migliorare la vita dei cittadini, quindi penso che gli italiani su questo siano veramente d’accordo”. “Il discorso è la coerenza- spiega ancora la deputata- il M5S non può essere utilizzato come un taxi. La cattiva pratica di chi prende il taxi per entrare nelle istituzioni e tradire gli elettori deve finire. Se io sono in disaccordo con il mio movimento ci devono essere dei motivi. Se il mio movimento porta avanti il reddito di cittadinanza, e ciò è coerente con il programma, perché dovrei essere in disaccordo nel momento in cui entro nelle istituzioni?”.


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