NEWS:

Cuccu stoppa Conte leader M5S, Zingaretti vuol fare il sindaco di Roma

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:05-05-2021 16:41
Ultimo aggiornamento:05-05-2021 17:44

giuseppe conte
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Il M5S, primo partito italiano e prima forza parlamentare, nelle mani di Carla Cuccu, ‘grillina’ sarda espulsa dal Movimento che ha fatto causa. Incredibile, una storia che a raccontarla non ci si crede ma siamo in Italia dove tutto è possibile. Sono ore frenetiche, nel Movimento c’è grande preoccupazione perché la vicenda rischia non solo di far saltare la nomina di Giuseppe Conte a nuovo leader ma anche di innescare una serie di contraccolpi anche interni (ritorno in massa di tutti gli espulsi?) tali da mettere in discussione anche il rilancio della forza politica. Gode Davide Casaleggio, che dopo il divorzio e aver tolto la piattaforma Rousseau al M5S, ora festeggia la decisione presa dal Tribunale di Cagliari. La Corte d’Appello, infatti, ha dichiarato inammissibile il reclamo presentato dal reggente politico dei grillini, Vito Crimi, contro la nomina di un curatore speciale del movimento, dopo la causa intentata da Carla Cuccu, consigliera regionale pentastellata, espulsa e poi reintegrata nel M5s. Proprio su richiesta di Cuccu, il 24 febbraio scorso, il Tribunale di Cagliari aveva nominato un curatore del movimento, rimasto privo di rappresentanza legale dopo la modifica dello Statuto votata il 17 febbraio. In quell’occasione l’assemblea aveva deciso di introdurre un Comitato direttivo di cinque membri al posto del capo politico, senza però mai nominarlo. Un vuoto di poteri che aveva spinto Cuccu a chiedere, e ottenere, la nomina di un curatore speciale, contro la quale Crimi aveva fatto ricorso.

“Il Collegio ha accolto la nostra eccezione di inammissibilità del reclamo di Vito Crimi, eccezione fondata su una giurisprudenza granitica, come evidenziato nell’ordinanza- spiegano gli avvocati di Cuccu, Patrizio Rovelli e Lorenzo Borrè-. Ora confidiamo che il M5s proceda alla nomina del nuovo legale rappresentante e che questi prenda atto dell’illegittimità dell’espulsione di Cuccu, come già riconosciuto in via cautelare dal Tribunale di Cagliari“. Per superare lo stallo bisognerebbe ricorrere ad una nuova votazione per modificare lo Statuto ma ora la piattaforma di Rousseau, con la lista degli iscritti, è fuori dal Movimento. Di qui lo stallo che rischia di affossare tutto e tutti. Che farà Conte? Aspetterà ancora, con il rischio di ritrovarsi a gestire una polveriera? Oppure romperà gli indugi e, forte del consenso rilevante che ancora oggi gli assegnano i sondaggi, metterà in mare una nuova nave del rinnovato Movimento? Ci sono i pro e i contro, ma tutti sono d’accordo sul fatto che più passa il tempo peggio sarà.

Altra grana, stavolta nel Pd di Enrico Letta, sul candidato Dem a Sindaco di Roma. Nelle ultime ore si era tornati a parlare di Roberto Gualtieri, ex ministro dell’Economia, pronto ad ufficializzare la sua candidatura addirittura con una intervista. “Non ci sarà nessun annuncio di Gualtieri, lui è un soldato aspetta che il partito decida”, spiega una fonte del Pd che sta seguendo la partita. Così si torna a parlare di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio che, stando ad alcune indiscrezioni trasversali alle diverse aree politiche, si sarebbe finalmente convinto ad accettare e a dire sì al segretario Letta che da sempre lo considera la scelta migliore. Ora cominciano le trattative perché Zingaretti, come ha sempre detto, non intende lasciare la Regione Lazio senza prima aver concluso il piano vaccinazioni e messo in sicurezza tutti i cittadini contro il covid. Per questo è difficile che, anche da candidato sindaco di Roma, rinunci alla presidenza, dimissioni che arriveranno solo a ridosso del voto, il prossimo ottobre, e dopo tre mesi si voterebbe per la Regione Lazio. In questo modo la campagna elettorale del candidato Pd avrebbe le mani libere nei confronti della sindaca uscente del M5S, Virgina Raggi, già bollata da Zingaretti come ‘pericolo per la città’. Per alcuni esponenti Dem, infatti, vista la spaccatura nel Centrodestra che non trova candidati, Zingaretti potrebbe anche vincere al primo turno. E comunque, se sarà ballottaggio, si è sicuri che per battere la destra i voti ‘grillini’ arriveranno, come è accaduto in altre elezioni amministrative. A seguire, per l’elezione del nuovo presidente della Regione Lazio, scatterebbe l’alleanza Pd-M5S trovata in sede nazionale tra Letta e, si spera, con Giuseppe Conte leader del rinnovato Movimento.


LEGGI DIRE OGGI | EDIZIONE DEL 5 MAGGIO 2021

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it