ROMA – La maggior parte degli italiani ha fiducia nel governo Draghi (57,6%) ma il consenso è in calo (-1,4%) rispetto a sette giorni fa. Lo rileva Monitor Italia, il sondaggio realizzato da Tecnè con Agenzia Dire, effettuato con interviste il 26 febbraio 2021 su un campione di mille casi.
Passi in avanti di Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni nel consenso tra i leader di partito: rispettivamente +0,6% e +0,5% negli ultimi sette giorni, un dato che consolida la leader di Fratelli d’Italia col 39,8% complessivo al secondo posto dietro Mario Draghi (60,8% totale, -0,6% nell’ultima settimana), e il Cavaliere al quarto posto col 27%. Stabile Matteo Salvini, terzo al 33%. Quindi Speranza, quinto, col 24,8%. Seguono Zingaretti (+0,2%) al 22,8%, Bonino 21,7% (stabile), Calenda 17,5% e Renzi 11,4%. Tra tutti i leader, Draghi è quello che accusa la flessione più grande.
Lega e PD in calo, incremento per Fratelli d’Italia, sostanzialmente stabili gli altri. Questo il borsino del consenso ai partiti degli ultimi sette giorni. Lega sempre primo partito col 23,6% ma perde 0,2% rispetto ad una settimana. Peggio ancora fa il PD, -0,3%, ora al 19%. Terzo Fratelli d’Italia (+0,2), ora al 17,6%. Quindi piccoli spostamenti per il M5S al 13,2% e Forza Italia al 10,6%. Seguono Azione 3,4%, Sinistra 3,2%, Italia Viva 2,7%, +Europa 2,1%, Verdi 1,6%.
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Il Pd ha perso identità e non rappresenta più i lavoratori e le classi più fragili. Lo pensa un elettore su tre (30%) del Partito Democratico, una percentuale che si allarga al 62% tra gli elettori di M5s, Azione, Articolo Uno, Italia Viva, Sinistra e Verdi. Crede che invece rappresenti i valori e la cultura riformista e progressista il 65% degli elettori PD, dato che si abbassa al 30% per coloro che hanno votato per gli altri partiti del centrosinistra.
Le divisioni all’interno del PD rappresentano un segno positivo di pluralità e democrazia interna. A crederlo il 58% degli elettori del Partito Democratico ma il dato scende al 28% tra coloro che invece hanno votato per M5s, Azione, Articolo Uno, Italia Viva, Sinistra e Verdi. Sono divisioni che manifestano individualismo e debolezza della leadership invece per il 34% degli elettori PD e per il 64% dei possibili alleati.
Un terzo degli elettori PD (32%) teme che il Partito Democratico avrà nel prossimo anno un ruolo subalterno, la percentuale sale al 63% tra coloro che invece hanno votato per M5s, Azione, Articolo Uno, Italia Viva, Sinistra e Verdi. Il 64% degli elettori PD si dice invece ottimista e crede in un ruolo da protagonista del partito di Zingaretti, ipotesi sposata solo dal 29% dei possibili alleati. Un dato, questo, che allontana l’ipotesi di un PD a guida della coalizione, a maggior ragione se in questo schieramento dovesse entrare Giuseppe Conte.
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