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Niger, Teggi (Cospe) “Il missionario rapito in una zona di guerra”

Il religioso sarebbe stato sequestrato la notte scorsa nella localita' di Gourmance', non lontano dalla frontiera con il Burkina Faso.

Pubblicato:18-09-2018 14:29
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 13:34

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ROMA – “Il triangolo tra Niger, Burkina Faso e Mali e’ una zona off-limits dalla quale non filtrano informazioni ufficiali e dove Stati Uniti e Francia stanno combattendo una guerra silenziosa”: Simone Teggi, cooperante dell’ong Cospe, parla con l’agenzia ‘Dire’ dopo la scomparsa di padre Pierluigi Maccalli. Secondo le informazioni disponibili, il religioso sarebbe stato sequestrato la notte scorsa nella localita’ di Gourmance’, non lontano dalla frontiera con il Burkina Faso.

L’area e’ la stessa dove erano stati uccisi in un’imboscata quattro soldati statunitensi parte di un’unita’ anti-terrorismo

“L’ultima volta che sono stato in quella zona, a Tera, ho visto i segni del conflitto che gli eserciti stranieri combattono con i gruppi islamisti” dice Teggi: “Abbiamo visto una trentina di camion militari francesi, con matricola della costa d’avorio, che entrava in Niger”.
L’area e’ la stessa dove, nell’ottobre 2017, erano stati uccisi in un’imboscata quattro soldati statunitensi parte di un’unita’ anti-terrorismo. I militari sarebbero stati impegnati in una campagna contro Jamaa Nusrat ul-Islam wa al-Muslimin, un’alleanza nata dall’unione di gruppi armati come Ansar Dine, Fronte di liberazione Macina, Al-Mourabitoun e Al-Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi).

Secondo Teggi, “dal gennaio scorso nei pressi del confine con il Burkina Faso e il Mali sono stati bloccati gli spostamenti delle ong per non meglio precisati scontri nella zona, senza che fossero forniti dettagli o chiarimenti”. Il contesto sarebbe quello di un conflitto con ricadute inevitabilmente negative per le comunita’ locali. “Le operazioni militari stanno peggiorando la situazione della popolazione – dice il cooperante – mentre su obiettivi, nemici e droni in decollo non e’ fornita alcuna informazione”.


Stando alle prime ricostruzioni, alcune persone avrebbero fatto irruzione nella sua abitazione e lo avrebbero portato via a bordo di una moto

Originario della Lombardia, padre Maccalli aveva come riferimento locale la diocesi di Niamey. I suoi confratelli hanno sottolineato che il missionario era impegnato in attivita’ di evangelizzazione e promozione umana, con momenti di formazione nelle scuole e per giovani contadini. Stando alle prime ricostruzioni, alcune persone avrebbero fatto irruzione nella sua abitazione e lo avrebbero portato via a bordo di una moto sottraendo anche un computer e un cellulare.

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