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Niger, dopo l’accordo per il disarmo c’è il rinserimento sociale

Per garantire sicurezza, il governo sostiene di puntare sia sulla repressione militare che sulle trattative

Pubblicato:06-12-2022 13:55
Ultimo aggiornamento:06-12-2022 14:12

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(Foto credits Profilo Twitter Mohamed Bazoum @mohamedbazoum)

ROMA – Decine di appartenenti a bande irregolari hanno consegnato le armi e si sono impegnati a rinunciare alla violenza nel corso di una cerimonia nel sud-ovest del Niger. La notizia, rilanciata da fonti concordanti, è stata diffusa in coincidenza con una visita in Francia del presidente Mohamed Bazoum.

CERIMONIA PER ALMENO 86 PERSONE

Secondo le informazioni disponibili, a deporre le armi sono state almeno 86 persone, ritenute coinvolte in sequestri o attività di contrabbando trasfrontaliero. Per loro, dopo la cerimonia, che si è tenuta nella località di Bangui, nella regione di Tahoua, si aprirebbe ora la possibilità di un programma di reinserimento sociale coordinato dal governo nazionale.
Delle prospettive del Niger, cuore geografico della regione del Sahel, si è discusso nei giorni scorsi anche a Parigi. Uno degli appuntamenti ha riguardato il Plan de Developpement Économique et Social (Pdes) per il periodo 2022-2026. Secondo la segretaria di Stato Chrysoula Zacharopoulou, che a Parigi ha incontrato Bazoum, “la Francia garantisce il proprio appoggio alle priorità del Niger, in particolare rispetto all’istruzione e allo sviluppo agricolo”.


STRATEGIA CONTRO L’INSICUREZZA

La strategia del governo di Niamey è articolata sia su una risposta militare all’insicurezza che su trattative. Nel Paese operano anche bande e formazioni armate con affiliazioni o legami con gruppi come Boko Haram, Al Qaida e Stato islamico.

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