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Migranti, Medici senza frontiere non firma il codice condotta ong: “No ad armi a bordo”

Lo ha annunciato il direttore dell'organizzazione Gabriele Eminente al termine dell'incontro al Viminale

Pubblicato:31-07-2017 17:11
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:35

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ROMA – Medici senza frontiere non firma il codice di condotta per le Ong che si occupano del salvataggio dei migranti in mare. Lo annuncia il direttore dell’organizzazione Gabriele Eminente al termine dell’incontro che era stato organizzato al Viminale.

“NO AD ARMI A BORDO, VA CONTRO I NOSTRI PRINCIPI”

Parlando ai microfoni di Skytg24, il direttore di Medici senza frontiere, Gabriele Eminente, spiega: “Il nostro auspicio era che questo Codice di condotta avesse un vestito un po’ diverso. Avremmo voluto che fosse ben chiaro che un Codice di Condotta deve essere innanzitutto finalizzato al potenziamento delle attività di ricerca e soccorso. Avremmo voluto un richiamo piu’ esplicito ai principi umanitari che sono i principi a cui si ispirano Medici senza Frontiere e le altre organizzazioni che lavorano in quel contesto. C’è poi un altro tema- continua- che per noi è molto importante, ovvero che nella versione che ci è stata proposta comunque ancora esiste la previsione che possa salire polizia giudiziaria armata. La presenza di armi a bordo di una nostra nave confligge con un principio che applichiamo in tutti i Paesi del Mondo, in qualunque ospedale di Msf che sia in Repubblica centro-africana o in Afghanistan o ad Haiti. Chiediamo di non far entrare le armi nel nostro ospedale. Per noi la nave è qualcosa di estremamente analogo a un ospedale essendoci un ambulatorio”.


“DIVIETO DI TRASBORDI PUO’ INDEBOLIRE SISTEMA”

MigrantiInfine, sottolinea Eminente, “abbiamo trovato nel Codice di condotta una previsione che riguarda il divieto dei trasbordi da nave a nave: la nostra richiesta era stata di eliminare questa previsione non tanto perchè è un problema per noi ma perchè il divieto dei trasbordi, o comunque una maggiore complicazione nel fare i trasbordi tra nave e nave, potrebbe potenzialmente indebolire l’intero sistema e questo per noi è un fatto che non puo’ essere accettato”.


Gli altri punti del Codice saranno invece “rispettati- precisa il direttore di Msf- abbiamo detto al Viminale che c’è un impegno unilaterale da parte nostra a rispettare tutti gli altri punti del Codice, come quello sulla trasparenza finanziaria e c’è un impegno a non entrare mai in acque territoriali a meno che non ci venga richiesto dalla Guardia costiera”.


“MANCA NOSTRA FIRMA SU QUEL CODICE? CI SONO MOLTE ALTRE NORME NAZIONALI E INTERNAZIONALI”

Cosa comporti la mancata firma del Codice, conclude Eminente, “ad oggi non lo sappiamo: quello che è certo è che in assenza del Codice non cadiamo in una situazione che non è normata, tutta l’attività di ricerca e soccorso in mare è strettamente regolata da norme nazionali e internazionali che noi seguiamo in maniera molto stretta e sono norme che hanno anche un peso maggiore di un Codice di condotta. Quindi il riferimento c’è e noi continuiamo a rispettarlo. Auspichiamo che non ci sia alcun tipo di ricaduta su quelle organizzazioni che in buonissima fede hanno deciso di non firmarlo”.

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