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VIDEO | Più rinnovabili, meno consumi: ‘chiamata’ a tutti i valdostani

Con il nuovo Piano energetico ambientale regionale al 2030, la Valle d’Aosta prova a fare passi in avanti sulla strada della transizione energetica ecologica. L'assessore Bertschy: "Funziona se viene capito"

Pubblicato:31-05-2023 19:12
Ultimo aggiornamento:31-05-2023 19:16
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fiume boschi valle aosta
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AOSTA – Aumentare la produzione locale di energia da fonti rinnovabili, ridurre consumi e emissioni. Con il nuovo Piano energetico ambientale regionale al 2030, la Valle d’Aosta prova a fare passi in avanti sulla strada della transizione energetica ecologica, fissando obiettivi e azioni da mettere in campo nei prossimi sette anni e oltre. Un gioco di squadra, in cui tutti -cittadini, imprese, istituzioni- devono fare la loro parte, nessuno escluso. Per questo, nelle ultime settimane, il documento -che fino al 22 giugno è sottoposto alla Valutazione ambientale strategica, con la possibilità da parte di tutti i cittadini di consultarlo e avanzare delle osservazioni- è stato al centro di una serie di incontri sul territorio, per un momento di presentazione e confronto. “Il piano necessita di un momento di conoscenza iniziale per poter essere poi letto e compreso– spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Luigi Bertschy- ed è l’obiettivo che ci siamo dati andando sul territorio a fare questa attività. Devo dire che riscontriamo molto interesse da parte delle persone, sia da chi viene e partecipa alle serate sia da chi inizia a scriverci mail per chiedere approfondimenti. Ci fa piacere perché è una fase di grandi cambiamenti e acquisire consapevolezza su queste politiche è fondamentale per poter portare un contributo agli obiettivi da raggiungere”.

A questo proposito, lo scenario fissato al 2030 parla di una riduzione del 12% dei consumi finali e del 34% delle emissioni di gas climalteranti e di un aumento del 12% della produzione di energia da fonti rinnovabili locali. Obiettivi che il Piano punta a raggiungere attraverso i suoi quattro assi. “Prima di tutto dobbiamo pensare di consumare meno, poi quello che rimane cerchiamo di coprirlo da fonti rinnovabili- spiega Tamara Cappellari, coordinatrice del dipartimento Sviluppo economico ed Energia- quindi il primo asse è la riduzione dei consumi, il secondo la produzione da fonti rinnovabili, il terzo asse riguarda le reti e le infrastrutture che sono una condizione abilitante e necessaria per poter effettuare questa transizione energetica e il quarto asse, una novità rispetto al passato dei piani energetici, riguarda le persone che sono il motore di tutta questa trasformazione, visti come cittadini, enti, locali, professionisti, quindi un insieme di soggetti che devono avere un obiettivo comune”. Tra le azioni proposte dal piano, vi sono gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici e di ottimizzazione dell’illuminazione pubblica, con la Pubblica amministrazione in prima linea a dare il buon esempio, e la costruzione di edifici a energia quasi zero. Per industria e agricoltura, si prospetta un maggiore utilizzo dell’elettrico, affiancato all’idrogeno nei settori più inquinanti, mentre nel settore trasporti, oltre al progetto di elettrificazione della ferrovia, è prevista la sostituzione di circa 15.000 mezzi con veicoli a ridotte emissioni e di 20 autobus con mezzi a idrogeno. Pur tenendo conto degli effetti dei cambiamenti climatici, si punta anche a potenziare la produzione di energia idroelettrica, punto di forza della regione, con la costruzione di nuovi impianti e repowering degli esistenti. Per il fotovoltaico, l’obiettivo è aumentare la produzione di energia di 200 gigawattora rispetto a quella attuale. A ciò si aggiungono l’installazione diffusa di pompe di calore e uno sviluppo sostenibile della filiera energetica della biomassa.

Un ruolo importante sarà ricoperto anche dallo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili, per cui si è in attesa di sviluppi a livello normativo. “Nel piano proviamo a immaginare delle azioni concrete- prosegue Cappellari- che vadano ad aumentare una situazione già molto favorevole, perché produciamo energia elettrica da fonti rinnovabili per quantitativi superiori rispetto a quelli di cui necessitiamo però in realtà non abbiamo solo consumi elettrici ma anche consumi termici. Quindi sicuramente utilizzeremo questa maggiore produzione di energia elettrica per una transizione che comporti anche un’elettrificazione dei consumi”.


Ora, l’ostacolo più grande è rendere applicabile il Piano, ottenendo le risorse necessarie per passare dalla teoria alla pratica. “Le persone oggi sposano l’idea di metterci tutti in campo per raggiungere degli obiettivi, ma quello che vogliono capire è come verranno sostenute queste politiche, con quali contributi e con quale sostegno agli investimenti che le famiglie e le imprese dovranno sostenere– conclude l’assessore Bertschy- quindi quello che forse oggi è l’ostacolo più grande è da un lato reperire le risorse, fare in modo che la Comunità europea per prima metta a disposizione le risorse necessarie, e dall’altro creare le condizioni perché non si lavori a livello personale ma a livello di comunità per crescere tutti insieme nel raggiungimento di questo obiettivo” .

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