NEWS:

Rifiuti, il Comune di Roma chiude il Tmb di Rocca Cencia

Il Comune di Roma ha respinto tutte le richieste che l'Amministratore Unico dell'Ama ha rivolto negli ultimi giorni alla Direzione regionale competente

Pubblicato:31-03-2021 07:13
Ultimo aggiornamento:31-03-2021 07:13
Autore:

ama camion rifiuti
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “I rappresentanti di Roma Capitale hanno escluso la possibilità che l’impianto Ama di Rocca Cencia possa aumentare la propria capacità di trattamento, così come l’ampliamento dell’area di trasferenza dei rifiuti, annunciando inoltre che gli uffici comunali esprimeranno parere negativo nella conferenza dei servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione integrata ambientale richiesta dall’azienda Ama per il Tmb di Rocca Cencia, in quanto l’impianto è destinato alla chiusura nei prossimi mesi. Il Comune di Roma, pertanto, ha respinto tutte le richieste che l’Amministratore Unico dell’Ama ha rivolto negli ultimi giorni alla Direzione regionale competente”. Così si legge in una nota della Regione Lazio, divulgata ieri dopo la riunione del Comitato tecnico per scongiurare il rischio di una nuova emergenza rifiuti nella città di Roma legata alla prossima chiusura della discarica di Roccasecca.

LEGGI ANCHE: A Roma montagna di rifiuti sottoterra, dove c’era campo rom Casilino 900

Per la Regione Lazio erano presenti l’assessore al ciclo dei rifiuti Massimiliano Valeriani, il capo di gabinetto Albino Ruberti e la direttrice generale con interim al Ciclo dei Rifiuti, Wanda D’Ercole, mentre per il Comune di Roma hanno partecipato l’assessore Katia Ziantoni, il capo di gabinetto Stefano Castiglione, il segretario generale Gabriella Acerbi e il direttore delle Politiche ambientali Nicola De Bernardini. Hanno preso parte all’incontro anche rappresentati della Prefettura di Roma e di Arpa Lazio.


LEGGI ANCHE: Rifiuti, il programma di Calenda: “Con noi Roma pulita subito”

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it