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ROMA – Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, “dovrebbe riferire sicuramente al Parlamento, riferire di quanto ha visto, quali sono i casi e le circostanze di quanto ha visto nelle carceri. Se è vero dovrebbe renderne conto e riferire. Il presidente La Russa ha gli strumenti per poterlo fare, non è certo l’ultimo rappresentante istituzionale, è la seconda carica dello Stato, ha gli strumenti legislativi, politici e informativi per poter denunciare una cosa di questo tipo, avviare una indagine conoscitiva, aprire una Commissione d’inchiesta. Cioè, se fosse vero, La Russa dovrebbe mettere in atto, e avrebbe già dovuto farlo a questo punto, tutta una serie di atti di tipo legislativo“. A Irene Testa, tesoriera del Partito radicale e Garante delle persone private della libertà personale della Sardegna, in prima fila negli ultimi anni sul caso di Beniamino Zuncheddu (l’ex pastore sardo assolto dopo quasi 33 anni di carcere), non sono sfuggite le parole pronunciate ieri dal presidente del Senato Ignazio La Russa, durante il dibattito in Aula, dopo che le opposizioni hanno chiesto un’informativa urgente del governo sul caso di Ilaria Salis, in carcere in Ungheria e condotta in tribunale con manette e catene. La Russa ha detto in Aula di aver visto “pochi giorni fa un sistema non dissimile” anche in Italia.
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In un colloquio con l’Agenzia Dire, la storica esponente del Partito Radicale, da sempre impegnata nella lotta per i diritti, osserva: “Non è che in Italia si va più leggeri quando gli arrestati si portano in giro con le manette e dati in pasto alle telecamere, magari presunti innocenti in custodia cautelare. Metodi poco lineari e forme di abuso se ne fanno anche nel nostro Paese. Abbiamo avuto esempi di detenuti fatti sfilare con le manette ai polsi, coi ferri. Ci arrivano tante segnalazioni di familiari in occasioni di lutti, che chiedono se si può fare in modo che i parenti detenuti non vadano in chiesa ammanettati davanti a tutti, scortati dalla polizia magari dentro la chiesa. Perché questo accade, li portano in chiesa con le manette, con tanti poliziotti intorno ed è una cosa abbastanza penosa sui cui occorrerebbe riflettere. L’Italia certo non può vantarsi di essere più democratica di altri Paesi nei confronti delle persone che vengono arrestate”. Testa aggiunge: “Io ho visto gente costretta a vivere in condizioni disastrose, situazioni in cui viene tolta la dignità umana, degrado, la dignità dell’individuo in carcere viene purtroppo calpestata tutti i giorni”.
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