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Bucci incontrerà i rappresentanti dello Zapata, ma lo sgombero del centro sociale resta imminente

Intanto lo Zapata ha organizzato un'assemblea pubblica e una manifestazione di piazza per le vie di Sampierdarena

Pubblicato:31-01-2023 12:43
Ultimo aggiornamento:31-01-2023 12:43

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GENOVA – La data ancora non c’è, ma entro la prossima settimana il sindaco di Genova, Marco Bucci, dovrebbe incontrare un gruppo di rappresentanti del centro sociale occupato autogestito Zapata di Sampierdarena per un confronto dopo l’annuncio dell’imminente sgombero. Secondo quanto risulta all’agenzia Dire, la richiesta dell’incontro è arrivata via mail dallo stesso centro sociale alla segreteria del sindaco alla fine della scorsa settimana. E il primo cittadino l’avrebbe accolta di buon grado, tanto da dare mandato al suo staff di trovare il prima possibile una data utile. Allo Zapata, però, non si fanno nessuna illusione sulla possibilità di un accordo, tanto che stanno organizzando un’assemblea pubblica e una manifestazione di piazza per le vie di Sampierdarena, la prossima settimana. Troppo distanti, politicamente e socialmente, le parti per sperare di trovare un punto di incontro. L’amministrazione vuole sgomberare gli ex Magazzini del sale perché oggetto di un’imponente riqualificazione con fondi del Pnrr e perché una parte degli spazi dovrebbe andare all’Accademia Ligustica. Per il Comune non ci sarebbe nessun problema a concedere altri spazi allo Zapata “come ogni altra realtà che voglia fare attività sociale. Ma questi spazi devono essere ottenuti in maniera legale”, è il Bucci pensiero.

Da Palazzo Tursi ci sarebbe anche la disponibilità a valutare un affitto calmierato di qualche altro spazio pubblico, considerando la funzione sociale che ricopre il centro sociale. Ma “togliere lo Zapata dai suoi spazi e dal quartiere in cui è nato e opera da trent’anni, vuol dire snaturarlo”, fa notare chi lo vive giorno e notte. E, poi, aggiungono dal centro sociale, “per fare cosa? Qui è già tutto riqualificato: c’è una biblioteca, una palestra, una sala concerti e una sala prove, un bar, un calcetto. In un quartiere dove tutto questo non esiste, se non forse a pagamento e in dimensioni e modalità decisamente diverse”.

Quello che i giovani fanno presente al sindaco è che con lo sgombero “si annienterebbe qualcosa che dà prestigio e fa fare bella figura a tutta la città. Qui abbiamo spazi dove giovani artisti crescono e possono sperimentare, fallire e riprovare perché qui si trovano logiche che altrove non ci sono. Gente con cui poi l’amministrazione si fa bella, organizzando grandi eventi e parlando di Genova meravigliosa”. Un esempio? L’Hip hop Festival, che il 21 gennaio ha celebrato la sua quinta edizione ai Giardini Baltimora, promosso anche dal Comune e con un grande successo di pubblico. Molti dei protagonisti sono passati e passano tutt’ora per gli spazi dello Zapata.


Tra i motivi del contendere, anche un presunto debito attorno ai 107.000 euro che lo Zapata avrebbe nei confronti dell’amministrazione. Ma dal centro sociale contestano l’ammontare e chiedono con quali criteri sia stato fatto il conto. La questione economica è piuttosto complessa e resa ancor più intricata dall’intesa siglata a fine 2011 tra il Comune, quando il sindaco era Marta Vincenzi, e l’Associazione per la promozione di spazi sociali autogestiti, ideata da don Andrea Gallo: allora, a differenza degli altri centri sociali che rientravano nell’accordo, gli spazi occupati dallo Zapata appartenevano al Demanio e non al Comune, a cui sono passati in seguito. Per tutelarsi, i ragazzi dello Zapata starebbero anche pensando di aprire una vertenza legale, chiamando in causa il Tar come fatto già in passato dal centro sociale Terra di nessuno, al Lagaccio, sgomberato a fine 2021. Dello sgombero dello Zapata si dovrebbe parlare anche oggi pomeriggio in Consiglio comunale, con un’interpellanza depositata dalla consigliera Mariajosè Bruccoleri di Genova civica, il gruppo dell’ex candidato sindaco giallorosso Ariel Dello Strologo. Intanto, allo Zapata non demordono e continuano a organizzare eventi con grande seguito, come successo lo scorso weekend per ricorda Vincenzo “Claudio” Spagnolo, il tifoso del Genoa assassinato il 29 gennaio 1995, fuori dallo stadio Luigi Ferraris, prima di Genoa-Milan.

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